Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Crisi Covid a Gaza, ma per OR la colpa è sempre di Israele Mentre la responsabilità è dei terroristi di Hamas
Testata: L'Osservatore Romano Data: 02 agosto 2020 Pagina: 1 Autore: la redazione di OR Titolo: «Sanità al collasso nella striscia di Gaza»
Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 02/08/2020, a pag. 1, l'articolo "Sanità al collasso nella striscia di Gaza".
OR descrive la crisi sanitaria a Gaza come se la responsabilità fosse di Israele, che al contrario invia aiuti perfino agli stessi terroristi di Hamas per combattere il virus. Ma per OR la colpa è comunque sempre dello Stato ebraico, l'articolo di oggi non fa che confermare questa tesi.
Ecco l'articolo:
Nella striscia di Gaza — il territorio con la maggiore densità di popolazione nel mondo — la situazione sanitaria è al collasso. I bambini stanno morendo perché non possono essere curati fuori dalla striscia. Pochi giorni fa due neonati sono deceduti per mancanza di cure. Sono più di 50 i bambini malati di cancro che rischiano di perdere la vita perché non possono più accedere alle terapie oncologiche, interrotte a causa della crisi sanitaria per la pandemia. A denunciare questa drammatica situazione è un rapporto redatto da diverse ong attive sul terreno. I bambini a Gaza — afferma il rapporto — stanno morendo «perché viene negata loro la possibilità di accedere all'assistenza sanitaria necessaria fuori dalla Striscia e altri moriranno se non verranno curati presto». Il coordinamento tra le autorità palestinesi e israeliane si è interrotto a causa della pandemia e questo rende impossibile espletare le necessarie pratiche burocratiche. Inoltre, trattamenti più specifici come la chemioterapia e la radiologia, che necessitano di apparecchiature particolari, non sono al momento disponibili nel territorio palestinese.
Prima della pandemia di covid-I9 e dell'interruzione del coordinamento tra israeliani e palestinesi, una media di duemila persone al mese richiedevano assistenza sanitaria al di fuori di Gaza, un terzo delle quali per un trattamento contro il cancro. Ad aprile il dato è precipitato a sole 159 richieste accettate, il numero più basso registrato in oltre un decennio. La maggior parte delle domande sono state rifiutate per motivi di sicurezza. A maggio tra le domande che non sono state accettate cera quella di un bambino di 7 anni con immunodeficienza, ad alto rischio di complicanze da covid-19. Altri ventotto bambini non hanno ricevuto il permesso di lasciare Gaza per le cure. Le ong affermano che i funzionari palestinesi e israeliani «devono riprendere il coordinamento per le domande per i pazienti che lasciano Gaza e Israele deve immediatamente consentire ai bambini bisognosi di cure mediche urgenti di viaggiare dentro e fuori da Gaza, accompagnati da un genitore». A complicare le cose non c'è solo pandemia. Oltre al blocco imposto da Israele sulla striscia, ci sono anche le recenti tensioni con Hamas, il movimento islamico che controlla il territorio palestinese dal giugno 2006. Ci sono poi le tensioni internazionali scatenate dal piano di pace proposto dall'amministrazione statunitense, che prevede ampie annessioni israeliane dei Territori palestinesi.
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