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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Foglio Rassegna Stampa
21.07.2020 Ecco i crimini della Cina
Dalla violenza contro gli uiguri alla repressione a Hong Kong

Testata: Il Foglio
Data: 21 luglio 2020
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Non cedere alla superpotenza»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 21/07/2020 a pag.3, l'editoriale "Non cedere alla superpotenza".

Il nuovo dittatore cinese, Xi Jinping – Orizzonti Politici –

Dominic Raab, il ministro degli Esteri del Regno Unito, ha annunciato ieri ai Comuni che Londra ha sospeso "immediatamente e indefinitamente" il trattato di estradizione stipulato con la città di Hong Kong, a seguito dell'imposizione da parte di Pechino di una legge sulla sicurezza che mette in pericolo lo stato di diritto e le libertà civili nell'ex colonia inglese. Raab ha detto che "vogliamo lavorare con la Cina", e che "c'è ampio margine per un rapporto positivo e costruttivo", ma che davanti al "fallimento di Pechino nel tenere fede agli impegni internazionali presi a proposito di Hong Kong" sono necessarie risposte "ragionevoli e proporzionate". La rescissione del trattato di estradizione non è la prima di queste risposte: il governo ha promesso di dare la cittadinanza a tre milioni di abitanti di Hong Kong se vorranno trasferirsi e lasciare la città ormai non più autonoma, e secondo i media britannici il governo sta considerando di imporre sanzioni contro i funzionari cinesi coinvolti nella repressione degli uiguri nella regione orientale dello Xinjiang. Ad appesantire la lista dei problemi tra i due paesi c'è anche la decisione di Londra di eliminare dalle sue infrastrutture 5G tutti i componenti di Huawei entro il 2027. La Cina ovviamente è furiosa, da giorni dalle ambasciate e dal ministero degli Esteri di Pechino piovono risposte feroci e minacce nemmeno tanto velate di ritorsione. Il premier Boris Johnson ha detto che il suo governo non è "automaticamente anti Cina, ma ha serie preoccupazioni", e questo è l'atteggiamento giusto, purtroppo poco imitato in Europa. La resistenza britannica alle pressioni cinesi si vede anche sui media: domenica, sulla Bbc, il giornalista Andrew Marr ha messo l'ambasciatore cinese nel Regno Unito Liu Xiaoming davanti alle immagini degli uiguri legati e bendati mentre vengono caricati sui treni. Liu, che è uno degli esponenti della "diplomazia dei lupi" cinese, di solito molto aggressiva, si è trovato a balbettare e ad abbozzare, ricordandoci che le società liberali hanno ancora molte carte da giocare, perfino contro una superpotenza autoritaria.

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