Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Usa verso le elezioni: siamo sicuri che Trump abbia già perso? Commento di Cesare De Carlo
Testata: La Nazione Data: 08 luglio 2020 Pagina: 2 Autore: Cesare De Carlo Titolo: «Ma siamo sicuri che Trump abbia già perso?»
Riprendiamo da NAZIONE/RESTO del CARLINO/IL GIORNO di oggi 08/07/2020, a pag.2 con il titolo "Ma siamo sicuri che Trump abbia già perso?", il commento di Cesare De Carlo.
Joe Biden, Donald Trump
I virus, la recessione, il razzismo. Come può vincere, anzi rivincere? Trump sembra condannato. Ma anche quattro anni fa lo sembrava. La democratica Hillary Clinton aveva una decina di punti di vantaggio, tanti quanti ne ha ora Joe Biden. Andò diversamente. I demoscopici ci spiegano che talvolta l'outsider gode di simpatie nascoste. Capita anche in Italia. Ma il presidente repubblicano questa volta non è un outsider. E un insider, anche se con l'ostilità del 97 per cento della stampa. E in effetti la crisi multipla che investe gli Stati Uniti avviene under his watch, sotto il suo turno di guardia. Su di lui si scaricano le frustrazioni di quegli stessi elettori che appena sei mesi fa gli riconoscevano il merito del boom. Crescita, occupazione, redditi mai stati così alti da Reagan in poi. Ora il suo gradimento è al minimo. Alle elezioni mancano quattro mesi. Un'eternità in politica, soprattutto quando si votano i candidati e non i partiti. Un altro esempio: otto anni fa il democratico Obama era in svantaggio rispetto al repubblicano Romney. Vinse. Stessa cosa nel 2004 e nel 2000 con George W Bush. Dunque è presto per dare Trump per spacciato. La Cina ci conta. Ma l'erratico Trump ha ancora buone carte. La prima è l'economia: il mese scorso sono stati creati quasi 5 milioni di posti di lavoro. Non male in piena pandemia. La seconda carta è il ritrovato sentimento generale per law and order. I saccheggi, gli incendi, le statue abbattute, la demonizzazione della storia mettono in secondo piano la protesta per la brutalità delle polizie cittadine. La terza carta ha il volto iperliftato, gli occhi lucidi, il linguaggio incerto di Joe Biden. Le sue gaffes si combinano con le speculazioni sulla sua "cognitive capacity" (Fox News). Ha quasi 78 anni, una carriera logorante in Senato e poi da vicepresidente di Obama. I medici lo hanno confinato in casa per il contagio. Solo messaggi virtuali. Metà degli elettori democratici dichiara che voterà contro e non pro. Contro Trump e non a favore di Biden. In realtà è Trump l'avversario di Trump.
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