Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Seattle: la sindaca democratica si schiera con l'illegalità e contro Trump Commento di Alberto Flores d'Arcais
Testata: La Repubblica Data: 13 giugno 2020 Pagina: 12 Autore: Alberto Flores d'Arcais Titolo: «La Comune di Seattle vietata ai poliziotti. E Trump va all'attacco: 'Intervengo io'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 13/06/2020, a pag.12, con il titolo "La Comune di Seattle vietata ai poliziotti. E Trump va all'attacco: 'Intervengo io' ", la cronaca di Alberto Flores D'Arcais.
A destra: la sindaca democratica Jenny Durkan
La sindaca democratica di Seattle Jenny Durkan si schiera con l'illegalità di chi ha occupato una zona della sua città e attacca Donald Trump. E' accettabile una sindaca che anziché garantire il rispetto dell'ordine appoggia i manifestanti violenti, a cui anzi si unisce in nome dell'odio verso il presidente americano?
Ecco l'articolo:
Alberto Flores D'Arcais
"Welcome to Chaz". La grande scritta colorata con gli spray dà il benvenuto a chiunque voglia entrare in un esagono di strade che da cinque giorni è il simbolo pacifico della rivolta per la morte di George Floyd. Migliaia di persone hanno occupato quest'area a Nord-Est del centro di Seattle e del famoso Pike Place Market, rendendolo in aperta sfida verso la polizia (si sono insediati anche all'esterno della locale stazione del Seattle Police Department) - un happening a cielo aperto, con musica, danze, slogan e film. "Questa presa di Seattle deve finire, ora!". Nemico numero uno della Chaz (acronimo per Capitol Hill Autonomous Zone) è Donald Trump, che su Twitter non ha lesinato accuse e minacce contro "i terroristi che bruciano le nostre città", attaccando la sindaca democratica Jenny Durkan ("Incompetente! Collusa! Se non sei capace allora interverrò io, questo non e un gioco!") e il governatore (anche lui democratico) dello Stato di Washington, Jay Inslee ("Un uomo totalmente incapace di governare, dovrebbe rimanere fuori dagli affari dello Stato di Washington. 'Stoop'!"). "Sì, salvaci tu. Tornatene nel tuo bunker". La sindaca ha risposto con un tweet ironico alla sfuriata di The Donald e poi, in conferenza stampa, ha aggiunto che «la minaccia di invadere Seattle, di dividere e incitare alla violenza nella nostra città non è solamente sgradita, ma anche illegale». "Un uomo totalmente incapace di governare dovrebbe stare fuori dagli affari dello Stato di Washington. Stoop tweeting", ha replicato a Inslee su Twitter, prendendo in giro Trump per l'errore di ortografia.
Seattle: "Welcome to Chaz"
Dopo la morte di George Floyd a Minneapolis, per due settimane le strade attorno alla stazione di polizia erano diventate terreno di battaglia tra manifestanti e agenti di polizia. II governatore aveva mandato la Guardia Nazionale, la sindaca aveva imposto il coprifuoco. Lo scorso weekend le manifestazioni erano diventate battaglia aperta, con scontri pesanti, gas lacrimogeni, macchine incendiate, fino a quando la polizia era stata costretta a ritirarsi. Lunedì i manifestanti hanno occupato diversi isolati, una zona molto popolare tra i giovani residenti della città perché ospita spazi artistici, ristoranti e Cal Anderson Park, il parco che prende il nome dal primo deputato apertamente gay dello Stato di Washington. Da allora la Chaz è un luogo pacifico, quasi utopico, dove la polizia non può entrare ma i residenti sì, il cibo è gratuito e i volontari lo distribuiscono in una tenda col proprio slogan ("No Cop, Co-Op", niente poliziotti, cooperiamo) sempre rifornita di snack e bevande. Una zona che, di giorno e di notte, offre agli abitanti di Seattle una ricca programmazione culturale, fatta di murales colorati, balli, concerti, dibattiti, letture di poesie e proiezione di film e documentari sul tema delle diseguaglianze razziali e tra sessi.
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