Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Francia: il caso di Laetitia Avia, la deputata antirazzista a fasi alterne Commento di Stefano Montefiori
Testata: Corriere della Sera Data: 15 maggio 2020 Pagina: 25 Autore: Stefano Montefiori Titolo: «La deputata anti-odio che odia, Avia imbarazza (ancora) Parigi»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/05/2020, a pag.25, con il titolo "La deputata anti-odio che odia, Avia imbarazza (ancora) Parigi", la cronaca di Stefano Montefiori.
Stefano Montefiori
Laetitia Avia
Laetitia Avia, deputata della République En Marche, il partito di Macron, ha sempre ripetuto di non tollerare le frasi e gli atteggiamenti razzisti e omofobi. Ha scelto la battaglia contro le discriminazioni come cardine della sua azione politica, tanto che è relatrice della legge contro l’odio online che è stata approvata mercoledì all’Assemblea nazionale. Solo che, nelle stesse ore, un’inchiesta del giornale Mediapart ha riportato le accuse di cinque ex collaboratori: la parlamentare anti-pregiudizi è solita abbandonarsi a commenti razzisti, prepotenze e maltrattamenti verbali, soprattutto nei confronti della sua équipe, prendendosela con i «PD» (spregiativo per omosessuali) o con «il cinese», l’assistente di origine asiatica. È un destino che accompagna non da oggi la figlia di un’ostetrica e di un facchino originari del Togo, nata nella banlieue di Parigi 34 anni fa: nel momento del riconoscimento publico, spunta l’altro volto di Laetitia. Accadde già nel luglio 2017, quando il primo ministro Edouard Philippe fresco di nomina la portò a esempio, davanti all’Assemblea nazionale, dei valori di Macron e del governo: umili origini, ma poi ottimi studi a Sciences Po e una carriera di avvocata d’affari. Laetitia era il perfetto volto nuovo di una Francia da reinventare, un Paese non più pigramente bloccato sulle rendite di posizione ma pronto a tornare dinamico grazie al giovane presidente e a trentenni meritevoli e combattivi come Laetitia. Il giorno dopo il Canard enchaîné pubblicò, però, un articolo intitolato «Una macronista con molto mordente»: la deputata emergente del macronismo era accusata di avere dato un morso alla spalla di un tassista, durante una lite sul pagamento della corsa (lei voleva pagare con la carta, lui proponeva di accompagnarla al bancomat). L’episodio del morso è rimasto anche nella pagina Wikipedia dedicata a Laetitia Avia, che da allora lei cerca di modificare. «La priorità adesso è la mia reputazione online —ha detto agli assistenti — e visto che “il cinese”, nonostante le sue origini, non sembra dotato con i computer, diamo il compito a qualcun altro». Poi ci sono gli insulti omofobi a una ex ministra — «questo è quel che succede quando metti un gay alla comunicazione» —, alle colleghe deputate chiamate «puttane» in privato, e le beffe su chiunque sia a suo giudizio poco attraente. E pensare che Laetitia Avia in passato ha cercato (invano) di fare approvare una legge pure contro la «glottofobia» per impedire gli scherzi sull’accento di chi parla. La donna che prometteva «tolleranza zero contro gli intolleranti» è accusata di bullismo; e a inizio quarantena, la stessa deputata che twittava #RestateACasa cercava con ogni mezzo di fare tornare al lavoro un’assistente, benché la ragazza fosse seriamente malata e all’estero.
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