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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale Rassegna Stampa
29.04.2020 Nella Russia di Putin calano i consensi verso il dittatore, cresce il culto di Stalin con la complicità della Chiesa ortodossa
Cronaca di Manuela Gatti

Testata: Il Giornale
Data: 29 aprile 2020
Pagina: 14
Autore: Manuela Gatti
Titolo: «Putin cura con il mosaico il peggior calo di consensi»

Riprendiamo dal GIORNALE oggi, 29/04/2020, a pag.14 con il titolo "Putin cura con il mosaico il peggior calo di consensi" la cronaca di Manuela Gatti.

Mentre cala vertiginosamente il consenso verso Vladimir Putin in Russia, con la colpevole complicità della Chiesa ortodossa  continua la riabilitazione di Stalin. Non è la prima volta e non stupisce da parte di un dittatore che non esita a reprimere il dissenso, perseguitare l'informazione che non si piega al regime e allearsi con i peggiori regimi del mondo dall'Iran alla Cina.

Ecco l'articolo:

Moscow church decorated with mosaics featuring Putin and Stalin 
Il mosaico in chiesa che raffigura, tra gli altri, Putin e Stalin


Accanto a santi e religiosi, sui mosaici della grande cattedrale ortodossa in costruzione alle porte di Mosca ci saranno anche ritratti ben più civili: quello del presidente russo Vladimir Putin, per esempio, o del suo ministro degli Esteri Sergei Shoigu, del capo dei servizi segreti interni Alexander Bortnikov e ancora del leader sovietico Iosif Stalin. Tra gli eventi storici celebrati sulle pareti, insieme alla vittoria dell'Urss sui nazisti, anche l'annessione della Crimea del 2014. A rivelare i dettagli decorativi di quello che sarà uno dei luoghi di culto ortodossi più grandi al mondo è il sito indipendente moscovita Mbk Media, che dopo averne pubblicato le immagini in anteprima ha ricevuto la conferma della Chiesa ortodossa russa, che ha definito «appropriata» la scelta dei soggetti omaggiati. A schermirsi è stato invece proprio Putin: «I posteri apprezzeranno i nostri meriti un giorno, ma oggi è troppo presto per farlo», è stato il suo commento alla notizia, secondo quanto riferito dal portavoce Dmitri Peskov. Tuttavia il capo del Cremlino non ha chiesto che il suo volto venga rimosso. Mosaici a parte, tutto nell'enorme struttura in fase di ultimazione sarà una celebrazione della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. La cattedrale è dedicata alle Forze armate russe, i 19,45 metri del diametro del tamburo della cupola rimandano all'anno della fine del conflitto, i 1.418 gradini del «percorso della memoria» corrispondono ai giorni trascorsi dall'Urss in combattimento e l'inaugurazione è prevista - salvo contrordini causa coronavirus - per il prossimo 9 maggio, che in Russia è la Giornata della vittoria, in cui si celebra la capitolazione della Germania nazista. La tradizionale parata è stata invece già rimandata per la pandemia, che nel Paese ha provocato - a ieri sera - poco più di 93mila contagi e 867 vittime. Proprio ieri Putin è tornato a rivolgersi ai connazionali in merito all'emergenza sanitaria, spiegando che secondo gli scienziati che stanno lavorando con il governo «il picco non è ancora stato raggiunto». Di qui la decisione di estendere fino all'11 maggio le restrizioni, cioè il periodo «non lavorativo» dichiarato inizialmente a fine marzo e poi via via allungato. Nel frattempo il Cremlino cercherà di mettere a punto una strategia che non si limiti a «stabilizzare la situazione», ma «assicuri cambiamenti strutturali di lungo periodo all'economia russa, tenendo conto della nuova realtà che sta prendendo forma nel mondo». Per il momento i russi non sembrano fidarsi del tutto di queste misure. Secondo un sondaggio condotto a marzo dall'istituto demoscopico Vtsiom, alla domanda sui politici di cui ci si fida, solo il 28,3% ha risposto citando il presidente, il dato più basso dal 2006 quando Vtsiom ha iniziato a svolgere la rilevazione.

Accanto a santi e religiosi, sui mosaici della grande cattedrale ortodossa in costruzione alle porte di Mosca ci saranno anche ritratti ben più civili: quello del presidente russo Vladimir Putin, per esempio, o del suo ministro degli Esteri Sergei Shoigu, del capo dei servizi segreti interni Alexander Bortnikov e ancora del leader sovietico Iosif Stalin. Tra gli eventi storici celebrati sulle pareti, insieme alla vittoria dell'Urss sui nazisti, anche l'annessione della Crimea del 2014. A rivelare i dettagli decorativi di quello che sarà uno dei luoghi di culto ortodossi più grandi al mondo è il sito indipendente moscovita Mbk Media, che dopo averne pubblicato le immagini in anteprima ha ricevuto la conferma della Chiesa ortodossa russa, che ha definito «appropriata» la scelta dei soggetti omaggiati. A schermirsi è stato invece proprio Putin: «I posteri apprezzeranno i nostri meriti un giorno, ma oggi è troppo presto per farlo», è stato il suo commento alla notizia, secondo quanto riferito dal portavoce Dmitri Peskov. Tuttavia il capo del Cremlino non ha chiesto che il suo volto venga rimosso. Mosaici a parte, tutto nell'enorme struttura in fase di ultimazione sarà una celebrazione della vittoria sovietica nella Seconda guerra mondiale. La cattedrale è dedicata alle Forze armate russe, i 19,45 metri del diametro del tamburo della cupola rimandano all'anno della fine del conflitto, i 1.418 gradini del «percorso della memoria» corrispondono ai giorni trascorsi dall'Urss in combattimento e l'inaugurazione è prevista - salvo contrordini causa coronavirus - per il prossimo 9 maggio, che in Russia è la Giornata della vittoria, in cui si celebra la capitolazione della Germania nazista. La tradizionale parata è stata invece già rimandata per la pandemia, che nel Paese ha provocato - a ieri sera - poco più di 93mila contagi e 867 vittime. Proprio ieri Putin è tornato a rivolgersi ai connazionali in merito all'emergenza sanitaria, spiegando che secondo gli scienziati che stanno lavorando con il governo «il picco non è ancora stato raggiunto». Di qui la decisione di estendere fino all'11 maggio le restrizioni, cioè il periodo «non lavorativo» dichiarato inizialmente a fine marzo e poi via via allungato. Nel frattempo il Cremlino cercherà di mettere a punto una strategia che non si limiti a «stabilizzare la situazione», ma «assicuri cambiamenti strutturali di lungo periodo all'economia russa, tenendo conto della nuova realtà che sta prendendo forma nel mondo». Per il momento i russi non sembrano fidarsi del tutto di queste misure. Secondo un sondaggio condotto a marzo dall'istituto demoscopico Vtsiom, alla domanda sui politici di cui ci si fida, solo il 28,3% ha risposto citando il presidente, il dato più basso dal 2006 quando Vtsiom ha iniziato a svolgere la rilevazione.

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