Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Un buon posto per la notte – Savyon Liebrecht - Ed. e/o
Inno alla gioia – Shifra Horn -Ed. Fazi
Voci da Israele - Le sopravissute, bei ritratti di donne in lotta. Per la pace
Un buon posto per la notte. Lo cercano, come animali braccati, un uomo e una donna scampati a un disastro nucleare. E lo trovano, tra alberi scheletrici e rigagnoli fluorescenti di radiazioni, in una vecchia locanda. Qui, tra favola e fantascienza, dorme tranquillo un bambino appena nato. Speranza lieve, sopravvissuta all’eterno massacro dell’umanità contro sé stessa, contro il Creato. Vivere da sopravvissuti è il dramma che agita le coscienze di due scrittrici israeliane, Shifra Horn e Savyon Liebrecht. Quasi un peccato originale, fardello ciclopico nella ricerca della propria identità ebraica e, ancor più, di donne nate sotto la stella di David. Così, nel romanzo della prima e nei racconti della seconda, vedono la luce eroine in lotta con un passato che non si può, eppure si deve dimenticare, per andare avanti e far nascere nuove vite.
In Inno alla gioia incontriamo Jael, sopravvissuta due volte. E se suo padre, scampato all’orrore del lager, ha perso per sempre il sorriso, lei, miracolosamente illesa dietro a un autobus saltato in aria per un attentato palestinese, lo ritrova. Grazie all’amore, presagito per caso nel miagolio di un gattino, regalato al figlio. Anche nel libro della Liebrecht si fanno largo figure di donne combattenti, ma di pace. Alma, Ghila, Dvora e Idit, naufragata nella fontana del pianto davanti al mausoleo per le vittime di Hiroshima, ci ricordano che è solo la vita a generare vita.
Un monito per le sorelle musulmane “mummificate negli abiti e nei fazzoletti come morti nelle bende”.