Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Iran, il record negativo di affluenza alle urne è una sconfitta per il regime degli ayatollah Commento di Viviana Mazza
Testata: Corriere della Sera Data: 24 febbraio 2020 Pagina: 34 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Iran, bassa affluenza. I conservatori all'attacco»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/02/2020, a pag.34, con il titolo "Iran, bassa affluenza. I conservatori all'attacco", il commento di Viviana Mazza.
Bene fa Viviana Mazza a sottolineare l'esito delle elezioni farsa iraniane: la più bassa partecipazione al voto di sempre chiarisce il pensiero di molti sudditi del regime degli ayatollah nei confronti della dittatura feroce di Teheran.
Ecco l'articolo:
Viviana Mazza
E' arrivato il dato ufficiale dell'affluenza alle elezioni parlamentari in Iran: 42,5%, il più basso nella storia della Repubblica Islamica. A Teheran solo il 25,4%, un elettore su quattro, è andato alle urne, e l'ex sindaco conservatore Mohammad Bager Qalibaf ha preso quasi tutti i voti 0.265.000 su 1.841.000). La vittoria dei conservatori era scontata, per via della squalifica di molti candidati riformisti e dell'astensione della classe media urbana. Ma la partecipazione popolare è un importante test della legittimità della Repubblica Islamica, e così l'affluenza era diventata la vera partita. Ora la Guida Suprema Ali Khamenei dà la colpa alla propaganda dei media stranieri: «Hanno usato ogni opportunità per scoraggiare la gente, anche con la scusa di malattie e virus». La psicosi del coronavirus è stata in effetti una protagonista delle elezioni. A partire da mercoledì, dopo settimane di smentite, l'Iran si è scoperto il Paese più colpito del Medio Oriente, con 8 morti e 43 contagi dichiarati finora dalle autorità. Un ex deputato suggerisce di guardare all'interno — alla fiducia degli iraniani intaccata dalla mancanza di trasparenza, per esempio nell'ammissione tardiva dell'abbattimento dell'aereo ucraino a gennaio — per capire anche l'astensione. «Non dobbiamo nascondere le cose se vogliamo mantenere la fiducia del popolo», dice il riformista Mahmoud Sadeghi, che non ha potuto ricandidarsi perché squalificato dal Consiglio dei Guardiani, ma è andato comunque a votare. «In Iran tante cose prendono un colore politico, anche il coronavirus», ci ha detto. «Sembra che le autorità volessero evitare le preoccupazioni nella società in questi giorni di elezioni...». Vuol dire che sapevano da tempo dei contagi e non l'hanno detto? «Il problema è che anche io che sono deputato non lo so».
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