martedi` 13 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
22.01.2020 Reati d'odio: sembrano diminuiti, non è così
L'indagine sul 2019 è viziata alla fonte

Testata: Il Foglio
Data: 22 gennaio 2020
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «Non è un paese per razzisti»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 22/01/2020, a pag.3, l'editoriale "Non è un paese per razzisti".

I reati d'odio non sono diminuiti, il problema è che molte azioni e frasi che discriminano e aumentano l'odio non vengono rubricate come reati. Sono insomma gli strumenti che viziano l'analisi, offrendo un panorama eccessivamente ottimistico. Questo vale per la xenofobia, l'antisemitismo, l'omofobia eccetera.

Ecco l'articolo:

Risultati immagini per hate

I reati d'odio sono diminuiti nel 2019 rispetto all'anno precedente, sono per la maggior parte di natura razzista, ma c'è anche una componente non secondaria di tipo omofobico o legata alla disabilità. Naturalmente anche un solo atto di razzismo è intollerabile, ma la situazione italiana da questo punto di vista è assolutamente migliore di quello che si registra negli altri grandi paesi europei, a cominciare dalla Francia che detiene l'odioso record continentale dei crimini di odio xenofobo. Il fatto che questi episodi esecrabili non siano in crescita significa che non c'è una diffusione crescente, il che può favorire azioni pratiche e iniziative culturali volte a isolare i violenti, i discriminatori, i razzisti. Bisogna contrastare anche il tentativo dei razzisti di conseguire visibilità mediatica con atti eclatanti o con la profanazione di simboli religiosi o di lapidi commemorative. Naturalmente è giusto riportare le notizie, ma sarebbe bene ricordare sempre che si tratta di gesti non solo ignobili ma isolati e che non attirano alcuna simpatia nella popolazione. La legislazione penale è già abbastanza severa, forse si potrebbe fare di più sul piano delle indagini per individuare i centri di organizzazione e di propaganda dell'odio, razzista, omofobo o in qualsiasi modo discriminatorio. Chi pensa che per aumentare la necessaria vigilanza serve descrivere l'Italia come un paese in preda a un'ondata razzista di massa sbaglia due volte: in primo luogo perché sostiene il falso, in secondo luogo perché in questo modo gli sparuti gruppi di razzisti non sentono l'isolamento e la condanna pressoché generale della popolazione. Un altro tema su cui si può insistere è la reazione immediata alle espressioni di razzismo e di incitamento alla violenza: reagire, anche individualmente e immediatamente non è facile, ma chi lo fa deve sentire la solidarietà della società e dello stato. La stragrande maggioranza degli italiani non è razzista, deve essere aiutata a diventare attivamente antirazzista, denunciare le espressioni di odio e di discriminazione, sempre nella certezza di essere ascoltata dalle autorità e dai tutori dell'ordine. Ci sono le condizioni per fare questo passo in avanti, quindi bisogna farlo.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT