Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Libia: l'offensiva di Erdogan. L'Europa risponde (per ora) solo a parole Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 31 dicembre 2019 Pagina: 15 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Erdogan pronto a mandare in Libia oltre 6.000 soldati, Macron e Al Sisi: 'No escalation'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 31/12/2019, a pag.15 con il titolo "Erdogan pronto a mandare in Libia oltre 6.000 soldati, Macron e Al Sisi: 'No escalation' " il commento di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
Il sultano Erdogan
Corre veloce il treno della crisi libica. L'Europa, divisa e bisognosa di coordinarsi, annaspa in ritardo. La Turchia accelera più di tutti. Ieri il governo Erdogan ha presentato la mozione relativa all'invio di truppe a sostegno della coalizione di Accordo Nazionale in Tripolitania, che verrà approvata dal parlamento di Ankara il 2 gennaio. Le milizie di Tripoli e Misurata si aspettano di vedere i primi rinforzi in arrivo già il giorno dopo (si parla di un totale di 5.000 soldati regolari oltre a i.600 volontari siriani). L'uomo forte della Cirenaica, Khalifa Haftar, replica minacciando bombe su porti e aeroporti della Tripolitania. Il tema è bollente. A renderlo più controverso è il continuo flusso di notizie circa la presenza combattente già sui due fronti libici di «mercenari» stranieri che vanno dai contractors russi, ai soldati turchi, egiziani, francesi e sino a miliziani sudanesi e del Ciad. Fonti indipendenti a Tripoli confermano la ritirata della milizia Marsa di Misurata dal quartiere di Hadba, uno dei più importanti nelle zone meridionali della capitale abitato in maggioranza da sfollati pro-Haftar. A Roma è ben vista la cooperazione con Berlino e Londra, ma si guarda con preoccupazione alle mosse francesi in vista della Missione Europea in Libia per il «cessate il fuoco» prevista il 7 gennaio, cui parteciperà anche Luigi Di Maio. Ieri il presidente francese Macron ha parlato per telefono con l'omologo l'egiziano Al Sisi ed entrambi hanno lanciato un appello per la «moderazione» e perché «si eviti un'escalation» mentre Haftar era volato al Cairo. Nel frattempo il ministro degli Esteri russo Lavrov si diceva contrario all'eventualità di una no-fly zone europea. Mosca ha sempre criticato il precedente del 2011, quando la no-fly zone dell'Onu aprì la strada alle bombe Nato che condussero alla defenestrazione di Gheddafi.
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