Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Shoah calpestata: il pattinatore russo con il costume metà da deportato ebreo, metà da assassino nazista Cronaca di Giulia Zonca
Testata: La Stampa Data: 04 dicembre 2019 Pagina: 37 Autore: Giulia Zonca Titolo: «L'Olocausto sui pattini diventa un oltraggio»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/12/2019, a pag.37, con il titolo "L'Olocausto sui pattini diventa un oltraggio" il commento di Giulia Zonca.
Una sola nota critica al titolo dell'articolo: come sottolinea rav Roberto Della Rocca in altra pagina pubblicata oggi da IC, è fuorviante l'utilizzo del termine "Olocausto" a proposito dello sterminio degli ebrei europei da parte della Germania nazista perché è parola incrostata di significati teologici che con la storia del Novecento non hanno niente a che vedere. Per questo è preferibile la scelta del termine "Shoah".
Ecco l'articolo:
Giulia Zonca
Anton Shulepov
La scelta ha sollevato perplessità e proteste fin dalla prima uscita stagionale di Anton Shulepov, pattinatore russo che gareggia con la musica di « Schindler's List» e un costume diviso in due: metà guardia nazi e metà prigioniero ebreo. Con tanto di stelle di David. Lui e il suo staff non hanno sentito ragioni, non hanno cambiato rotta, convinti di interpretare un dramma storico, hanno respinto le accuse di scarsa sensibilità. Lui non è il primo in questo sport che sceglie la colonna sonora del film di Spielberg. Ai Giochi di Sochi, nel 2014, Yulia Lipnitskaya, allora atleta simbolo per Putin, ha contribuito all'oro vinto in squadra con il cappotto rosso della bambina di una delle scene più tristi. Però Shulepov, che ha avuto meno successo con questa coreografia, ha scatenato reazioni disgustate. A ogni prova nessuno parlava dei suoi salti, tutti del costume. Al Gran Prix francese si è piazzato ultimo e giù critiche. Strano che la federazione internazionale non se ne sia curata. Strano fino a ieri quando il disagio è degenerato in offesa. L'Isu, l'organo che regola il pattinaggio, ha inserito il costume tra quelli da votare come migliori dell'anno. Dopo aver ricevuto lettere cariche di indignazione e l'esplicita richiesta di una marcia indietro della Anti-defamation league, associazione che monitora gli atti di discriminazione contro la comunità ebraica, ha ritirato la candidatura. E peggiorato la posizione. Dicono di aver sbagliato programma, «volevamo indicare il costume del corto» che sarebbe una camicia blu su pantalone nero e nonostante nell'esercizio, Shulepov passi dal blu al rosso con un colpo di scena, è difficile crederci. E’ difficile credere che si sia arrivati fino a qui.
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