Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Di Battista in Iran: è il Paese giusto per i 5 stelle Elogi, in linea con Beppe Grillo, al regime terrorista di Teheran
Testata: Corriere della Sera Data: 07 novembre 2019 Pagina: 8 Autore: Al.T. Titolo: «La 'fuga' in Iran di Di Battista, deluso dalla svolta»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/11/2019, a pag.8 con il titolo "La 'fuga' in Iran di Di Battista, deluso dalla svolta" il commento a firma Al.T.
A destra: Alessandro Di Battista
L'Iran è il Paese giusto per Di Battista - che pochi anni fa invitava a "dialogare con l'Isis" - e per Beppe Grillo, che ha sempre elogiato la teocrazia fondamentalista sciita. E' la dittatura di Teheran il riferimento per il Movimento 5 stelle, che rimane il pericolo numero uno per la democrazia in Italia.
Ecco l'articolo:
Dell’annunciato libro inchiesta e delle relative clamorose rivelazioni su Bibbiano, non c’è ancora traccia. Messe da parte le miserie italiane, le ambizioni saggistiche sulla cronaca nostrana e il molto vituperato Pd, Alessandro Di Battista è partito martedì alla volta dell’Iran. Un viaggio purificatorio, esorcismo contro un governo sgraditissimo e contro un Movimento che rema in direzione opposta a quella del suo storico leader, già descamisado e ora un po’ abbacchiato. Di Battista è reduce da un periodo personale difficile, ma anche la politica non gli riserva grandi soddisfazioni. Lui e Luigi Di Maio si erano opposti, il primo con più forza, all’avventura governativa con i nemici di sempre, il Partito democratico. Ma poi Beppe Grillo, Giuseppe Conte e la gran parte dei parlamentari hanno deciso che era meglio giocarsela, mischiando le carte in Parlamento, e non tornare a casa dopo il breve e tumultuoso esecutivo con la Lega. E così Di Battista si è ritirato in buon ordine. Qualche post per contestare il governo e molto silenzio.
Roberto Fico, Beppe Grillo, Luigi Di Maio
Ora il viaggio a Teheran, dove dovrebbe rimanere un mesetto e mezzo. Stavolta senza la moglie Sahra e senza il figlio Andrea. Terra troppo pericolosa per portarci la famiglia. Il viaggio, ha spiegato Di Battista al Fatto Quotidiano, servirà per compiere ricerche su un nuovo libro di prossima pubblicazione, che si occuperà di tematiche internazionali. Da qualche mese, l’ex deputato è stato reclutato da Fazi Editore per dirigere una collana editoriale. Il 20 luglio aveva annunciato sui social: «Presto (vi terrò aggiornati) uscirà un libro sullo scandalo di Bibbiano e sarà il primo libro frutto della mia collaborazione con Fazi». Di Battista aveva lanciato anche un appello per trovare nuovi talenti e autori interessati a scrivere libri su argomenti come la geopolitica, il Fondo monetario internazionale e il blockchain. Nell’ultimo libro, «Politicamente scorretto», Di Battista annunciava la sua delusione per Matteo Salvini, chiamato Dudù («gioca sporco»), ma rivelava anche il suo entusiasmo precedente per il leader leghista, a cui scrisse un sms amorevole ed entusiastico: «Penso che tu sia più di sinistra del Pd e che tu abbia a cuore questo Paese». Il ritorno in patria è previsto per Natale e si vedrà se il governo con il Pd sarà ancora in piedi oppure no.
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