Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Libia: Erdogan si candida alleato di Sarraj Analisi di Francesco Semprini
Testata: La Stampa Data: 27 ottobre 2019 Pagina: 11 Autore: Francesco Semprini Titolo: «Erdogan offre a Sarraj un'alleanza difensiva»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 27/10/2019, a pag.11, con il titolo "Erdogan offre a Sarraj un'alleanza difensiva" l'analisi di Francesco Semprini
Longa manus di Erdogan stringe quella di Serraj
Francesco Semprini
Ecco l'articolo:
Il sultano punta alla Libia. La Turchia è sempre più coinvolta nella guerra che sette mesi tiene in scacco il Paese nordafricano. Ankara ha proposto al Governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj, di creare un'«alleanza difensiva» che conferirebbe ai turchi il diritto di intervenire direttamente in caso di un attacco che abbia per obiettivo la Tripolitana. Il Gna ha per ora preso tempo anche perché il recente attivismo di Ankara in Siria solleva interrogativi. A partire dal fatto che una volta che i turchi mettono il «boot on the ground» in Libia sarebbe assai complicato tornare indietro col rischio, affermano gli osservatori, che una certa parte del Paese diventerebbe una specie di protettorato di Erdogan. Il recente intreccio di consultazioni a Sochi, potrebbe aver segnato un passo avanti nell'intesa tra Ankara e Tripoli, ma non solo. A complicare la situazione sul terreno, questa volta nella compagine che fa capo al generale Khalifa Haftar, è la crescente presenza di combattenti stranieri, tra cui mercenari provenienti dall'Europa dell'est e dalla Russia. Secondo media locali ne sarebbero stati identificati almeno dieci (ma potrebbero essere 35) contractor della società russa Wagner uccisi alcune settimane fa in seguito all'attacco di droni del Gna. E a creare timori è una segnalazione dell'intelligence: «Emergono indicazioni secondo cui gli aeroporti di Al Jufra (Fezzan) e Al Watiya (Tripolitana) sono giunti uomini, mercenari, mezzi e velivoli di nazionalità russa appartenenti a un'agenzia di sicurezza che collabora o appartiene al governo di Mosca». Ebbene a Sochi il Sultano, in cambio del suo disimpegno bellico in Siria potrebbe aver incassato dal leader del Cremlino l'impegno di tenere a freno i combattenti di Wagner, spiegano fonti informate. Prerogativa che lo stesso Putin avrebbe confermato a Sarraj segnando uno scostamento dal suo tradizionale alleato Haftar. «Il Consiglio presidenziale non percepisce la vicinanza dell'esecutivo giallo-rosso, di fatto si sente una distanza, - spiegano fonti tripolitine - questo unito alle difficoltà degli altri partner dell'Unione potrebbe spingere il Consiglio presidenziale a seguire nuove rotte diplomatiche». Il tutto mentre Haftar conduce da diverse notti bombardamenti indiscriminati su Tripoli (ieri l'altro è stato colpito un altro ospedale). Oltre aquelli che hanno come obiettivo l'aeroporto di Misurata non lontano dai 300 militari italiani che prestano servizio all'ospedale voluto da Roma. «Ogni volta che c'è un allarme il personale è costretto a rifugiarsi nei bunker, e, al netto di un vigoroso comunicato dell'Ambasciata a Tripoli, da parte del governo italiano, anche su questo, prevale il silenzio.
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