Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
La Turchia pronta a massacrare i kurdi abbandonati dall'Occidente Analisi di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta Data: 15 ottobre 2019 Pagina: 1 Autore: Antonio Donno Titolo: «La Turchia pronta a massacrare i kurdi abbandonati dall'Occidente»
La Turchia pronta a massacrare i kurdi abbandonati dall'Occidente Analisi di Antonio Donno
La bandiera dei kurdi
L’ingresso della Siria nel conflitto tra curdi e turchi complica gravemente il conflitto mediorientale. Finora sia l’Iran, sia la Russia non hanno eccepito nulla sull’iniziativa di Assad: In realtà, la decisione siriana di contrastare l’avanzata turca nel territorio abitato dai curdi ma di sovranità siriana toglie le castagne dal fuoco sia a Putin, sia a Rohani, i quali, dopo aver assai superficialmente criticato l’azione di Erdogan, ora tacciono. È molto probabile che i due si siano consultati con Assad e gli abbiano concesso l’autorizzazione ad intervenire contro gli invasori turchi.
Del resto, la contromossa di Assad è ben giustificata: in fondo, il territorio ora invaso dai turchi è sotto la sovranità siriana e, benché Erdogan, insieme a Putin e Rohani, abbia contribuito in modo decisivo a sconfiggere i ribelli siriani anti-Assad, il dittatore siriano non può tollerare che una parte del proprio territorio sia occupato dai turchi. Così, se Trump ha compiuto un madornale errore nel ritirare i suoi militari dalla zona-cuscinetto che proteggeva i curdi dai turchi, allo stesso modo tutto fa prevedere che la mossa di Erdogan possa ingenerare un conflitto inter-alleato, dimostrandosi un secondo errore, questa volta compiuto dal dittatore turco, la cui smania di porsi come potenza mediorientale in concorrenza con l’Iran lo sta spingendo a compiere il passo più lungo della gamba. L’avanzata delle truppe siriane finirà per venire a contatto diretto con quelle turche e, a questo punto, lo scontro potrebbe essere inevitabile, a meno che Erdogan non rinunci all’occupazione della regione curda, cosa del tutto improbabile. Nel caso di scontro, le conseguenze sarebbero veramente gravissime, impensabili sino a qualche giorno fa: la triplice alleanza turco-russa-iraniana a sostegno della Siria potrebbe entrare in una crisi che andrebbe a tutto vantaggio dei terroristi dell’ISIS e, nello stesso tempo, creerebbe uno stato di grande movimento all’interno della regione mediorientale. Si comprende bene, dunque, per quale motivo i curdi abbiano chiesto l’intervento dell’esercito siriano, benché Assad sia sempre stato un nemico acerrimo dei curdi: è l’ancora di salvezza di fronte ad un sicuro eccidio da parte di Erdogan. Sia Israele, sia i paesi arabi sunniti e l’Arabia Saudita osservano con grande preoccupazione lo svolgimento degli avvenimenti nella parte nord-orientale della Siria. Benché apparentemente questo conflitto non coinvolga l’intesa tra gli Stati Uniti, Israele e l’Arabia Saudita, è pur vero che il Medio Oriente è sempre stato una regione ad alto tasso di instabilità, in cui le crisi locali hanno avuto quasi sempre risvolti regionali più vasti, soprattutto dopo la fine della guerra fredda.