Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Tunisia: si accende la sfida in vista delle elezioni presidenziali Cronaca di Francesca Paci
Testata: La Stampa Data: 11 ottobre 2019 Pagina: 18 Autore: Francesca Paci Titolo: «Il magnate Karoui esce di prigione. Sfiderà Saied alle presidenziali»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/10/2019, a pag.18, con il titolo "Il magnate Karoui esce di prigione. Sfiderà Saied alle presidenziali", la cronaca di Francesca Paci.
Francesca Paci
Nabil Karoui
A due giorni dal secondo turno delle presidenziali tunisine, che incoroneranno il successore del defunto Essebsi, la Corte di Cassazione ha disposto il rilascio dal carcere dell'imprenditore 56enne Nabil Karoui, facoltoso magnate dei media nonché candidato al ballottaggio di domenica. Karoui, che era stato arrestato il 23 agosto scorso con l'accusa di evasione fiscale e riciclaggio, incrocerà le spade con l'outsider indipendente Kais Saied, un giurista conservatore emerso a sorpresa in testa al primo turno dopo aver sbaragliato concorrenti favoriti come l'ex premier Chahed e il campione di Ennhada, i Fratelli Musulmani tunisini. Prima di passare la parola alle urbe, Karoui e Saied, che hanno meno di 3 punti percentuali di distacco, si sfideranno questa sera in un dibattito tv all'americana. Ma la sacralità che accompagna questo rito democratico, il secondo voto presidenziale libero dalla cacciata dell'ex raiss Ben Ali nel 2011, non corrisponde all'umore del Paese. La disoccupazione giovanile al 30% La Tunisia, unico tra i protagonisti della primavera araba a perseverare sul cammino intrapreso 8 anni fa, affronta una pesante crisi economica che grava soprattutto sulle classi medio-basse e popolari, le più colpite dalla disoccupazione giovanile (fino al 30%) da cui arriva la spinta crescente ad attraversare, sia come sia, il Mediterraneo. La depressione dilaga. Sebbene il partito islamista Ennahda sia uscito vincitore dalle elezioni parlamentari della settimana scorsa, ha perso almeno 10 punti rispetto ai fasti del passato. Governare non paga quando i risultati concreti tardano a concretizzarsi, e anche in Tunisia, dove i ceti più bassi lamentano da tempo di aver fatto la rivoluzione «solo per ottenere la libertà», la scorciatoia passa per la via populista, come dimostrano i programmi, tanto altisonanti quanto generici, dei candidati alle presidenziali, compresi gli ultimi due rimasti in gara, l'uno e l'altro digiuni di politica. Non è ben chiaro quanto e come la detenzione possa aver danneggiato la credibilità di Karoui (che è ancora comunque in attesa di giudizio). Di certo il suo partito, Heart of Tunisia, arrivato secondo alle parlamentari, aprirà adesso un tavolo negoziale con Ennahda, sebbene entrambi abbiano escluso qualsiasi ipotesi di coalizione. Un peso nelle trattative per la formazione del governo lo avrà il presidente, che in Tunisia controlla la difesa, la politica estera e la sicurezza nazionale.
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