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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Foglio Rassegna Stampa
27.09.2019 Egitto: meglio il regime di Al Sisi di quello estremista della Fratellanza Musulmana
Editoriale del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 27 settembre 2019
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «La repressione di Sisi»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/09/2019, a pag.3, l'editoriale "La repressione di Sisi".

Quella di Al Sisi in Egitto non è una democrazia - non ne esistono in Medio Oriente tranne in Israele - ma è un regime pragmatico in grado di contenere i fanatici estremisti della Fratellanza Musulmana, espressione dell'islam fondamentalista.

Ecco l'articolo:

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Benjamin Netanyhau con Al Sisi


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Il simbolo della Fratellanza Musulmana: il Corano tra due scimitarre

Le forze di sicurezza del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi hanno arrestato almeno millequattrocento persone in pochi giorni: attivisti, professori, politici d'opposizione, anche persone che non avevano nulla a che fare con la protesta che c'è stata venerdì a piazza Tahrir - la piazza delle manifestazioni che nel 2011 portarono alla caduta dell'allora rais Hosni Mubarak. L'accesso ad alcuni siti, compresa la Bbc e l'applicazione di messaggi di Facebook, è stato interdetto - sono almeno cinquecento i siti o blog di informazione che sono al momento censurati in Egitto. Le associazioni per i diritti umani dicono che il numero degli arrestati è enorme anche rispetto allo standard di Sisi che dal 2013 ha messo in prigione migliaia di persone in nome di una arbitraria strategia antiterrorismo: la protesta è stata usata come pretesto da parte del governo per mettere a tacere l'opposizione e per scoraggiare ulteriori proteste (una è già stata annunciata per oggi). Hisham Kassem, un commentatore molto seguito, ha detto, ripreso dai media internazionali: "Si tratta di un collasso nervoso da parte di una persona che ha la vista appannata". Ad appannare la vista di Sisi sono stati i video e gli appelli di Mohamed Ali, un ex contractor del governo che ha accusato il presidente di aver sperperato soldi dello stato in palazzi lussuosi per se stesso e per il suo entourage - e naturalmente gli egiziani non ne sapevano nulla. Sisi ha detto di non aver fatto niente di illegale e, ammettendo che in effetti questi palazzi sono in costruzione, ha detto che sono "per il popolo egiziano". Il presidente non ha ancora commentato le proteste ma i media legati al governo dicono, senza troppa originalità, che le manifestazioni sono manovrate da entità straniere ostili, in particolare da canali televisivi. Come molti altri leader autoritari, Sisi si sente al sicuro e libero di arrestare e annichilire ogni opposizione: in questi giorni di incontri all'Onu, ha ricevuto un endorsement da Trump. "E' un vero leader - ha detto il presidente americano riferendosi a Sisi - Sta facendo cose assolutamente amazing in brevissimo tempo".

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lettere@ilfoglio.it

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