Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Turchia, Davutoglu fonda un nuovo partito Commento di Marta Ottaviani
Testata: La Stampa Data: 15 settembre 2019 Pagina: 16 Autore: Marta Ottaviani Titolo: «Il cerchio magico lascia Erdogan, Davutoglu fonda un nuovo partito»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/09/2019, a pag.16, con il titolo "Il cerchio magico lascia Erdogan, Davutoglu fonda un nuovo partito" il commento di Marta Ottaviani
Ahmet Davutoglu
Marta Ottaviani
L’ex cerchio magico del presidente Recep Tayyip Erdogan alza la testa e, da epurato, si sta trasformando in un oppositore politico che potrebbe procurare non pochi problemi al capo dello Stato, che attualmente ha un potere pressoché illimitato, ma il cui consenso nel Paese si sta lentamente erodendo. Ad assestare un duro colpo a Erdogan sono due ex fedelissimi. In poche settimane, infatti, hanno lasciato l’Akp, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, al potere dal 2002, due pezzi da novanta. Il primo è l’ex vicepremier ed ex ministro dell’Economia, Ali Babacan, che ha lasciato la formazione, un tempo islamico-moderata, a inizio luglio. Venerdì sono arrivate le dimissioni dell’ex premier, ma soprattutto ex ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, che ha deciso di andarsene dopo essere stato oggetto di un provvedimento disciplinare che avrebbe portato a una sua possibile espulsione. Disconosciuti i principi democratici Ai giornalisti, l’ex capo della diplomazia turca, mente della politica estera basata sull'ideologia dell’ottomanesimo, ha dichiarato che l'Akp di Erdogan ha disconosciuto tutti i principi democratici su cui era fondato e aggiunto che dare vita a una formazione politica che si richiami a questi principi è «un atto dovuto». A breve, quindi, sulla scena politica turca, potrebbero nascere due nuovi soggetti, entrambi ostili al presidente. Anche Babacan ha lasciato intendere di essere pronto a scendere nell’agone politico con un suo partito, dietro al quale, secondo i bene informati, ci sarebbe l’ex presidente della Repubblica, Abdullah Gül, che per tutti nel Paese è l’unico, quanto a carisma e preparazione, che possa tenere testa al presidente Erdogan. Di certo, però, il capo dello Stato, ha perso i due uomini che hanno maggiormente rappresentato il Paese all’estero negli ultimi anni. Personalità riconosciute nelle sedi economiche e diplomatiche che contano e che, come nel caso di Davutoglu, erano diventate troppo indipendenti dalle volontà del presidente e quindi pericolose. Dal voto del 2015 e il golpe fallito del 2016, Erdogan ha gradatamente allontanato tutto il suo vecchio cerchio magico, che aveva contribuito alla stagione d'oro della Turchia, rimpiazzandoli con figure di secondo piano, quindi più soggetti al carisma del Reis e che non si sono opposti al suo disegno autoritario e all'accentramento progressivo del potere
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