Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele verso il voto: il peso e il ruolo dei partiti arabi Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 23 agosto 2019 Pagina: 18 Autore: Giordano Stabile Titolo: «I partiti arabi aprono al governo con Benny Gantz. Ma è polemica»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/08/2019, a pag.18 con il titolo "I partiti arabi aprono al governo con Benny Gantz. Ma è polemica" il commento di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
La Knesset
Il leader di un partito arabo si dice pronto a entrare in governo guidato da Benny Gantz e scompagina le carte della politica israeliana. E' la prima apertura di questo tipo in settant'anni di vita dello Stato ebraico, ma soprattutto offre al leader del movimento centrista Kahol Lavan, Blu e Bianco, la possibilità, per quanto remota, di formare un governo senza Benjamin Netanyahu. Il tutto mentre il Paese corre verso le seconde elezioni anticipate in un anno, previste per il 17 settembre, dopo quelle tenute il 9 aprile.
Elettori arabi divisi All'ultima tornata la partecipazione araba è stata bassissima, al 49 per cento. Gli arabi si sono presentati dopo molti anni divisi, con due partiti in competizione. E' stato il leader di Hadash, Ayman Odeh, a lanciare la bomba in un'intervista con il quotidiano Yedioth Ahronot, dove ha chiesto un governo a guida Gantz e a tutti i partiti arabi di unirsi in una maggioranza di centrosinistra. Una svolta clamorosa, tanto più che l'ex generale che sfida Netanyahu non è certo morbido nella questione palestinese. Ha guidato l'ultima operazione di terra a Gaza e critica il premier perché "debole" con Hamas. Odeh ha però posto le sue condizioni, soprattutto sociali perché il suo partito è di ispirazione socialista e marxista. Un grande piano per risolvere il problema della casa fra i cittadini arabi, più ospedali pubblici e diritti, e poi il rilancio dei negoziati per arrivare a uno Stato palestinese e il rigetto della legge "Stato-Nazione" voluta dal centrodestra. Le reazioni sono però state quasi tutte negative. I leader degli altri partiti arabi, a cominciare dal più nazionalista Balad, si sono dissociati. Il leader di Taal, Ahmad Tibi, ha parlato di «utopia che non esiste». E la provocazione rischia anche di far saltare la lista unica araba alle prossime elezioni. Ha respinto l'idea, a meno che Odeh non rompa con i «partiti odiatori di Israele», cioè Balad, il centrista Yair Lapid del partito Blu e Bianco. Possibilista invece il leader dei laburisti Amir Peretz. Il pallino è ora nella mani di Gantz. Il generale è premuto dal presidente Reuven Rivlin, che vorrebbe evitare a tutti i costi il voto anticipato. L'ipotesi di una grande coalizione è tramontata per l'incompatibilità tra due personalità come Gantz e Netanyahu. La grande coalizione di centrosinistra con dentro anche gli arabi dovrebbe coinvolgere anche centristi ora alleati del premier e forse partiti religiosi. Al momento sembra davvero un'utopia.
Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare: 011 /65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante