Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Un'altra petroliera sequestrata dall'Iran Cronaca di Marta Serafini
Testata: Corriere della Sera Data: 05 agosto 2019 Pagina: 11 Autore: Marta Serafini Titolo: «Iran, presa un’altra petroliera: 'Contrabbanda carburante'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/08/2019, a pag.11, con il titolo"Iran, presa un’altra petroliera: 'Contrabbanda carburante' ", la cronaca di Marta Serafini.
Marta Serafini
«Contrabbandava greggio». Con questa accusa i pasdaran hanno sequestrato un’altra petroliera, vicino all’isola di Farsi, a Nord-Ovest dello Stretto di Hormuz, dove ha sede una base navale iraniana. Nel comunicato rilasciato è stato spiegato che «trasportava carburante per 700 mila litri», mentre l’agenzia di stampa statale Irna ha parlato di un mercantile iracheno. Dettaglio però smentito dal ministro del petrolio iracheno. L’imbarcazione è stata condotta nel porto iraniano di Bushehr e il suo carico consegnato alla Compagnia nazionale di distribuzione del petrolio. Il tutto mentre — come riporta la tv di Stato iraniana — «sette membri dell’equipaggio sono stati arrestati». Torna dunque a salire la tensione nello Stretto di Hormuz. Si tratta del terzo mercantile straniero fermato nel Golfo Persico nell’ultimo mese per contrabbando. Il 14 luglio i pasdaran ne hanno bloccato un altro che trasportava un milione di litri di carburante a Sud dell’isola di Larak. La nave, battente bandiera panamense, appartiene a una compagnia degli Emirati, ma non è chiaro a quale Paese e a quale compagnia sia collegata. Sempre nel Golfo Persico, la Guardia Rivoluzionaria ha sequestrato il 19 luglio la nave cisterna britannica Stena Impero con l’accusa di «aver violato le regole di navigazione», elemento che Londra e la compagnia di navigazione smentiscono. Parallelamente la Marina britannica, al largo di Gibilterra, ha intercettato la petroliera iraniana Grace 1, bloccata da due settimane dalle autorità della Rocca, con l’accusa di trasportare greggio in Siria, in spregio alle sanzioni dell’Unione Europea al regime di Damasco. La cattura della Stena Impero ha aggravato la crisi nel Golfo, tanto che Stati Uniti e Regno Unito hanno proposto di inviare una coalizione navale per scortare le navi. Di rimando, le autorità iraniane hanno avvertito come una maggiore presenza militare straniera non possa che far salire la tensione, già alta. Quest’ultimo sequestro arriva dopo che gli Stati Uniti hanno incluso nella lista delle sanzioni il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, diplomatico di istruzione americana e negoziatore chiave per l’accordo nucleare del 2015 rigettato da Trump. Proprio ieri funzionari di Teheran hanno reso noto come il provvedimento sia arrivato dopo che Zarif si è rifiutato di incontrare Donald Trump. Circostanza confermata anche dal New Yorker, secondo cui il senatore Rand Paul ha avuto un colloquio con il ministro Zarif negli Usa il 15 luglio, consegnandogli, su mandato di Trump, un invito alla Casa Bianca.
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