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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.05.2019 Piano di pace: è già arrivato l'ennesimo 'no' degli arabi palestinesi
Commento di Giuseppe Sarcina

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 maggio 2019
Pagina: 10
Autore: Giuseppe Sarcina
Titolo: «Piano Kushner, arriva già il no dei palestinesi»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/05/2019, a pag. 10, con il titolo "Piano Kushner, arriva già il no dei palestinesi", il commento di Giuseppe Sarcina.

Arriva immediato il prevedibile, ennesimo rifiuto di discutere ogni possibile piano di pace da parte della "moderata" Anp di Abu Mazen. Nulla di diverso da quanto succede da oltre 50 anni: la risposta della leadership araba palestinese è sempre una serie di "no".

Ecco l'articolo:

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Giuseppe Sarcina

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Abu Mazen, persa un'altra occasione

«Qualunque Piano di pace americano che ignori le aspirazioni politiche del popolo palestinese per uno Stato indipendente è destinato a fallire». Le parole di Mohammad Shtayyeh, primo ministro dell’Autorità palestinese, sono la cosa più chiara tra le molte indiscrezioni che accompagnano il progetto per il Medio Oriente, messo a punto da Jared Kushner (foto), consigliere e genero di Donald Trump. Su questo punto sono d’accordo sia gli estremisti di Hamas, egemoni nella Striscia di Gaza, sia i moderati della Autorità palestinese, insediati in Cisgiordania sotto la guida del presidente Abu Mazen. L’amministrazione di Washington, però, va avanti con un’idea chiave: offrire un massiccio piano di investimenti ai palestinesi, nel quadro di un accordo politico ancora da precisare, ma che dovrebbe riconoscere la sovranità di Israele sulle Alture del Golan, nonché lo status di Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico. Negli ultimi mesi Kushner ha lavorato all’operazione direttamente con il premier israeliano Benjamin Nethanyahu, l’erede al trono dell’Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman e quello degli Emirati Arabi, Mohammed bin Zayed.

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Donald Trump

L’amministrazione Trump, di fatto, chiede agli alleati arabi di finanziare grandi opere e reti in Palestina in cambio della definitiva stabilizzazione dell’alleanza tra Israele e il blocco del Golfo, in funzione anti Iran. Primo passo concreto: la convocazione di una conferenza economico-finanziaria nel Bahrain, dal 25 al 26 giugno. Kushner l’ha presentata così in una nota diffusa domenica 19 maggio: «Il popolo palestinese, insieme con tutti i popoli del Medio Oriente, merita un futuro dignitoso e l’opportunità di avere una vita migliore. Il progresso economico può essere ottenuto solo con una solida visione economica e se le questioni politiche centrali sono risolte». Ma l’invito degli americani, (partiamo dall’economia), viene respinto dal premier palestinese Shtayyeh: «C’è una guerra economica contro di noi e non soccomberemo al ricatto e all’estorsione. Non baratteremo i nostri diritti nazionali con il denaro».

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