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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.04.2019 In Israele l'archivio di Franz Kafka
Commento di Paolo Di Stefano

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 aprile 2019
Pagina: 23
Autore: Paolo Di Stefano
Titolo: «L'archivio di Kafka, caso kafkiano»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/04/2019, a pag. 23, con il titolo "L'archivio di Kafka, caso kafkiano", il commento di Paolo Di Stefano.

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Paolo Di Stefano

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Franz Kafka

 

L’aggettivo più ovvio con cui si può defi-nire l’affaire delle carte di Franz Kafka è… indovinate un po’: kafkiano. Almeno da quando lo scrittore praghese nel 1924, ormai malato di tisi, consegnò i suoi autografi (racconti, romanzi, diari, lettere, disegni, bozze…) all’amico Max Brod con la richiesta che venissero non letti e bruciati alla sua morte. Il tradimento di Brod è stato provvidenziale per la Letteratura, visto che Franz in vita aveva pubblicato solo alcuni racconti (su rivista) e La metamorfosi. Tra il 1925 e il 1935 videro la luce, postume, grandi opere incompiute come Il processo, Il Castello e America. Nel 1939 Brod, in fuga dal nazismo, portò con sé in Palestina valigie preziose. Qui si mise al lavoro e pubblicò quel che poteva, sia pure con scarso scrupolo filologico. Fatto sta che alla sua morte, nel 1968, quel «tesoro» finì a Tel Aviv, negli armadi del-la segretaria di Brod, Esther Hoffe. Rivendica-zioni, cessioni sottobanco, misteri inspiegati e dispersioni hanno via via accresciuto il tasso di «kafkianesimo» della vicenda, assurta a caso giudiziario internazionale. Le parti in gioco? Numerose: Eva e Ruth, le due figlie di Esther (morta nel 2007), l’archivio letterario di Marbach in Germania, la Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, detentrice delle carte in quanto «beni culturali appartenenti al popolo ebraico», secondo una sentenza della corte suprema israeliana. Ora c’è una novità che riguarda un altro cospicuo corpus kakfiano, quello conservato nei caveau dell’Ubs di Zurigo, su cui si dibatte da decenni: sono altri inediti la cui provenienza è ignota. Ebbene, il tribunale distrettuale elvetico ha stabilito che quei materiali spettano a Israele. Dunque dovrebbero kafkianamente raggiungere il grosso dell’archivio kafkiano.

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