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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
03.04.2019 Israele verso le elezioni: Benny Gantz come Rabin? Ma a Oslo è seguito il terrorismo più feroce
Commento di Davide Lerner

Testata: La Repubblica
Data: 03 aprile 2019
Pagina: 15
Autore: Davide Lerner
Titolo: «Gantz, il candidato premier che sfida Netanyahu. 'Il mio sogno? Voglio diventare come Rabin'»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 03/04/2019, a pag.15 con il titolo "Gantz, il candidato premier che sfida Netanyahu. 'Il mio sogno? Voglio diventare come Rabin' ", il commento di Davide Lerner.

Per lo Stato di Israele, gli accordi di Oslo non sono stati un passo verso la pace ma verso la legittimazione del terrorista Yasser Arafat e dell'Olp. Non a caso a Oslo sono seguiti gli anni più terribili per Israele, quelli della cosiddetta 'Seconda Intifada' (2001-2005). Per questo l'opinione pubblica dello Stato ebraico è adesso attenta a evitare di commettere di nuovo gli stessi errori.

Ecco l'articolo:

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Davide Lerner


Benny Gantz

«Essere paragonato a Yitzhak Rabin è il miglior complimento che mi si possa fare in assoluto», dice il leader dell’opposizione israeliana Benny Gantz a Repubblica durante un incontro a Tel Aviv in vista delle elezioni del 9 aprile, citando l’ex premier israeliano assassinato nel 1995 da un estremista ebreo contrario agli accordi di pace con i palestinesi. «Tutti i grandi leader di questo Paese hanno saputo mettere da parte la propria affiliazione politica», ha continuato l’ex capo dell’esercito che si presenta come centrista alla sfida con Benjamin Netanyahu. «Rabin con l’accordo di pace con la Giordania e poi gli accordi di Oslo, Begin che era di destra ma fece l’accordo con l’egiziano Sadat, Sharon con il ritiro da Gaza e Barak con quello dal Libano. Spero di entrare a far parte di questo club». In alcuni sondaggi pubblicati a una settimana dal voto il partito "Blu e Bianco" di Gantz sembra superare il Likud di Netanyahu (32 seggi contro 28). Ma per formare un governo serve una coalizione di almeno 61 deputati e, al momento, Gantz e i suoi potenziali alleati sono in largo svantaggio rispetto al blocco di Netanyahu.

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Itzhak Rabin


«Dopo le elezioni le cose cambiano, sono pronto a stringere accordi con tutti - ha spiegato Gantz durante l’incontro in inglese al Dan Panorama di Tel Aviv - persino con gli ultra ortodossi, ma non con i partiti arabi o con gli ultranazionalisti di destra. I primi non sono sionisti, mentre i kahanisti (seguaci dell’ideologia ferocemente anti-araba di Meir Kahane, ndr) non sono democratici».

«Dopo le elezioni le cose cambiano, sono pronto a stringere accordi con tutti - ha spiegato Gantz durante l’incontro in inglese al Dan Panorama di Tel Aviv - persino con gli ultra ortodossi, ma non con i partiti arabi o con gli ultranazionalisti di destra. I primi non sono sionisti, mentre i kahanisti (seguaci dell’ideologia ferocemente anti-araba di Meir Kahane, ) non sono democratici».

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