Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Le relazioni tra Israele e Europa orientale: ma il New York Times è inattendibile L'opinione di Ivan Krastev
Testata: Il Foglio Data: 25 marzo 2019 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Il fascino dell’Est per Israele»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 25/03/2019, a pag.III con il titolo "Il fascino dell’Est per Israele", il commento tratto dal New York Times.
I lettori di IC conoscono il basso livello di attendibilità del New York Times, che si unisce al pregiudizio terzomondista e all'ostilità nei confronti di Israele. Il Foglio riprende l'articolo di Ivan Krastev, che per il NYT si occupa di Europa centrale e orientale.
Ecco l'articolo:
Ivan Krastev
Gli europei centrali sono attratti dall’Israele di Netanyahu come le persone di sinistra dell’Europa occidentale degli anni 60 e 70 erano ipnotizzate dalla Cuba di Fidel Castro”, scrive Ivan Krastev. C’è della Realpolitik. “Israele è un attore razionale e come ogni attore razionale, vuole alleati. Netanyahu vede nei governi dell’Europa centrale potenziali difensori all’inter - no dell’Unione europea che potrebbero contribuire a smorzare le pressioni di Bruxelles sulla questione dei diritti umani di Israele. I suoi sforzi sono stati ripagati: Repubblica ceca, Ungheria e Romania hanno recentemente bloccato una dichiarazione dell’Unione europea che critica Washington sul suo piano di trasferire la propria ambasciata in Israele a Gerusalemme. Per i governi dell’Europa centrale, una relazione speciale con Israele è un modo per beneficiare della dinamica economia israeliana e del presidente Trump e della sua amministrazione pro Israele. Shlomo Avineri, il grande erudito liberal israeliano, una volta ha detto che mentre Israele è nel medio oriente, la sua politica è spesso dell’est europeo. Non è solo che l’ex Unione Sovietica è la prima fonte di emigrazione verso Israele e sta influenzando la politica del paese. Molti dei fondatori dello Stato ebraico provenivano dall’Europa centrale e orientale e la loro immaginazione politica era modellata dalla politica dei nuovi stati indipendenti emersi nella regione dopo la Prima guerra mondiale. Il sionismo sotto molti aspetti era l’immagine speculare della politica nazionalista – e spesso antisemita – che dominava l’Europa centrale e orientale tra le due guerre mondiali. Ciò che attrae oggi i populisti dell’Eu - ropa orientale in Israele è il loro vecchio sogno: Israele è una democrazia, ma una democrazia etnica; gli europei dell’est immaginano i loro paesi come stati per polacchi, ungheresi o slovacchi. Israele ha preservato l’eroico ethos del sacrificio nel nome della nazione che i politici bramano per le loro società”. Poi c’è la demografia. “Gli europei centrali e orientali vedono Israele come l’unica società occidentale che sta invertendo la tendenza del declino demografico. Nel momento in cui l’Euro - pa dell’est è la regione più veloce in contrazione del mondo, il successo di Israele nel persuadere gli ebrei diasporici a tornare, e la sua efficacia nel convincere gli israeliani ad avere più figli, sembra un miracolo. I populisti dell’Europa orientale condividono anche la sfiducia di Netanyahu verso tutto ciò che appare post-nazionale o un accenno al cosmopolitismo […]. Il fascino dei nazionalisti dell’Europa centrale verso Israele aiuta i loro sogni politici, ma rivela anche i loro limiti. Una chiave per la politica nazionalista israeliana e la sua resistenza alle pressioni internazionali è la tesi israeliana secondo cui il paese deve affrontare minacce esistenziali. Sì, a volte i politici israeliani sfruttano quelle minacce, ma le minacce sono reali. Lo stesso non si può dire dell’Europa centrale, che gode del periodo più pacifico nella storia. I leader populisti in Europa centrale vedono Israele come il modello di un piccolo stato sovrano ed eroico. Ma è il sogno di una vita normale piuttosto che una fantasia di sacrificio eroico che alla fine motiva la maggior parte dell’Europa dell’est. In altre parole, è più facile ammirare Israele che persuadere le proprie società a emularlo”.
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