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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Italia Oggi Rassegna Stampa
29.01.2019 Il fazzoletto di carta, un'invenzione ebraica
Commento di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 29 gennaio 2019
Pagina: 12
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Il fazzoletto di carta ha 90 anni»

Riprendiamo da ITALIA OGGI del 29/01/2019, a pag.12 con il titolo "Il fazzoletto di carta ha 90 anni" l'analisi di Roberto Giardina.

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Roberto Giardina

 

Se in Germania sentite qualcuno chiedere: dammi un tempo, non equivocate. Desidera semplicemente un fazzolettino di carta. Non ci rendiamo più conto delle piccole invenzioni che hanno cambiato la nostra vita quotidiana. A Dacice nella Repubblica Céca è stato eretto un monumento originale, alla zolletta di zucchero, inventata da Jakub Rad nel 1843. Le bustine da tè odiate dagli inglesi (ma le usano anche loro) fu inventata da un barbaro americano, Thomas Sullivan nel 1903. I fazzoletti di carta, così pratici e poco eleganti, quelli che vi vengono offerti ai semafori in cambio di un'offerta, compiono 90 anni, e furono un'invenzione tedesca, che ha a che fare con il nazismo e le persecuzioni razziali.

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Il 29 genio del 1929, l’anno della grande crisi, l'imprenditore ebreo Oskar Rosenfelder, di Norimberga, fece brevettare il fazzoletto di carta, «pratico, igienico, economico». Fino ad allora, ci si soffiava il naso con il Taschentuch di stoffa, di seta, di lino, odi meno lussuoso cotone. E lavarli a mano. Rosenfelder battezzò il suo fazzolettino con il nome di «Tempo», e quasi un secolo dopo il nome della marca è diventato il nome comunemente usato per quel pezzetto di carta, chiunque lo produca, anche se il nome dell'inventore è stato dimenticato. si doveva Il successo fu immediato, ma pochi mesi dopo l'avvento al potere di Hitler, Rosenfelder fu denunciato dai nazisti con il pretesto di aver evaso le tasse: condannato a 12mila Reichsmark di multa, l'imprenditore se la cavò patteggiando per la metà. Ma in agosto i fratelli Oskar e Emil Rosenfelder furono costretti a cedere la ditta di famiglia per una cifra quasi simbolica, e fuggirono in Gran Bretagna. Il «Tempo» venne arianizzato.I fazzolettini continueranno ad arricchire l'industriale tedesco Gustav Schikedanz, fondatore della società di vendita per corrispondenza «Quelle». Nel 1935, la fabbrica di Norimberga vendette 150 milioni di fazzolettini, nel 1939 si superano i 400 milioni. Non erano solo bianchi, anche blu e rossi. Nel dopoguerra ripresero le vendite, e il «Tempo» venne reclamizzato con un slogan nazionalistico: «L'igiene di un popolo, un pilastro della sua cultura». Nel 1955 fu venduto un miliardo di fazzolettini, nel 1962 quattro miliardi. I fratelli Rosenfelder chiesero di venire indennizzati: erano stati «derubati» dallo Stato nazista, ma all'inizio furono trattati come imbroglioni, erano le vittime e furono considerati dei ladri. Schikedanz li accusava di voler sfruttare il successo commerciale, dovuto al suo talento di imprenditore. Che invenzione sarebbe mai un fazzoletto di carta? La causa durò anni e alla fine gli eredi dei due fratelli ottennero un risarcimento di diversi milioni di Deutsche Mark. Fino al 1972, la famiglia Rosenfelder continuò a vendere prodotti di carta, ma non fazzolettini. Oggi la fabbrica è stata trasformata in una scuola professionale, a Norimberga, scrive la Suddeutsche Zeitung, continuano a chiamarla la Tempo Haus.

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