Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
'Serotonina', di Michel Houellebecq Commento di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 07 gennaio 2019 Pagina: 25 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Il sesto senso di Houellebecq»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/01/2019 a pag.25 con il titolo "Il sesto senso di Houellebecq", il commento di Pierluigi Battista.
Pierluigi Battista
Michel Houellebecq
Qualcuno sostiene che Michel Houellebecq sia uno scrittore molto fortunato perché l’uscita dei suoi romanzi coincide spesso con eventi di cronaca e di politica che assomigliano in modo impressionante ai temi presenti nel libro. Accadde con «Piattaforma», quando un attentato islamista (prefigurato nel romanzo) fece una strage in una discoteca di Bali, simbolo della peccaminosità e della depravazione dell’Occidente. Accadde con «Sottomissione», nel gennaio del 2015, quando il romanzo che raccontava l’ascesa di un presidente islamico all’Eliseo coincise con il massacro dei vignettisti di Charlie Hebdo, che proprio sul numero in uscita aveva una copertina dedicata a Houellebecq. Capita adesso con «Serotonina», il romanzo che in pochi giorni in Francia ha già venduto centinaia di migliaia di copie e che in Italia è atteso il 10 gennaio con la casa editrice «La nave di Teseo», dove è descritto uno stato d’animo rabbioso della Francia profonda che sta bruciando la nazione con la rivolta dei gilet gialli. Fortuna? No, capacità rabdomantica di uno scrittore che con la sua esibita impoliticità, con il suo ostentato disprezzo verso le pose dell’impegno e della letteratura che si vuole militante e ispirata alle Grandi Cause, riesce a captare i movimenti tellurici destinati a riversarsi tumultuosamente sul palcoscenico illuminato dell’attualità politica.
La copertina (La nave di Teseo ed.)
Ogni romanzo di Houellebecq è uno scacco ai sacerdoti della letteratura paladina della salvezza del mondo in nome della parte buona e giusta. Houellebecq sta sempre dalla parte opposta, sbagliata e ingiusta, spesso impresentabile, scorretta, odiosa. Eppure con le sue antenne, con il suo voluto starsene appartato rispetto ai riti e alle moine dell’accreditata Repubblica delle Lettere, lo scrittore lontano dalla retorica dell’impegno coglie un aspetto della realtà invisibile agli occhi del conformismo mainstream, prigioniero del perbenismo. Un meraviglioso paradosso per cui chi si vuole «impolitico» fino al cinismo, ma semplicemente attento a cogliere i segni nascosti di una condizione esistenziale contemporanea, riesce a dare una lettura «politica» molto più penetrante di quello che Alberto Ronchey chiamava lo «schieramentismo» politico, la sua logica tribale, il suo ottuso spirito gregario, il suo acquattarsi nelle pieghe del pensiero conformista.
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