Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Usa: la politica di Donald Trump sui migranti dall'America latina Cronaca di Francesco Semprini
Testata: La Stampa Data: 23 ottobre 2018 Pagina: 14 Autore: Francesco Semprini Titolo: «Trump: criminali dal Medio Oriente nella carovana dei migranti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/10/2018 a pag.14 con il titolo "Trump: criminali dal Medio Oriente nella carovana dei migranti" la cronaca di Francesco Semprini.
Francesco Semprini
Frontiere armate e riduzione degli aiuti ai Paesi di origine. Così Donald Trump erige i muri deterrenti con l’avvicinarsi della carovana di migranti centroamericani a ridosso degli Usa. Un fiume umano che ha superato le 7 mila unità (7.233), affermano i dati dell’Organizzazione Internazionale per le migrazioni (Oim): 2.622 uomini, 2.234 donne, 1.070 bambini e 1.300 bambine. La maggior parte proviene dall’Honduras, ma anche da Guatemala ed El Salvador e, nonostante le minacce del presidente americano, proseguono la loro marcia. E’ «un’emergenza nazionale», tuona il commander-in-chief su Twitter. «Purtroppo sembra che la polizia e l’esercito del Messico non siano in grado di fermare la carovana diretta verso il confine degli Stati Uniti - scrive Trump - Vi si sono mescolati criminali e sconosciuti mediorientali».
Donald Trump
La carovana ha tentato (con successo sembra) lo sfondamento in Messico attraverso la città di frontiera di Ciudad Hidalgo, e ora marcia spedita verso l’ultima frontiera, quella americana. Il presidente ha allertato esercito e guardia di frontiera e dice di essere pronto a mettere mano alle leggi:«Devono cambiare». Gli Stati Uniti «cominceranno a tagliare o a ridurre gli imponenti aiuti regolarmente elargiti a Guatemala, Honduras ed El Salvador», cioè i Paesi da dove la carovana si è generata. Foggy Bottom sposa la linea dura: «Siamo profondamente preoccupati per la violenza provocata da alcuni membri del gruppo, e per l’apparente motivazione politica di alcuni organizzatori della carovana”, dice Mike Pompeo appena tornato dal Messico.
Il presidente messicano Enrique Pena Nieto, intanto, chiede un intervento dell’Onu per aiutare a stabilire se i migranti hanno valide domande di asilo o se devono essere rimandati nelle nazioni d’origine. E il successore Andres Manuel Lopez Obrador, in carica dal 1° dicembre, assicura come uno dei suoi principali obiettivi è di raggiungere un accordo con Trump e con il premier canadese Justin Trudeau su un’iniziativa di cooperazione per lo sviluppo del Centro America e del Messico sudorientale.
L’Onu ribadisce intanto che l’emergenza va gestita «in conformità alle leggi internazionali», pur sottolineando il «diritto dei Paesi di gestire le proprie frontiere». E Trump, ormai immerso nella campagna elettorale per il Midterm, assesta un colpo ai democratici colpevoli - a suo dire - di non aver permesso di cambiare le «patetiche leggi sull’immigrazione».
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