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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.10.2018 La storia recente di Israele attraverso le lettere di Yossi Klein Halevi
Recensione di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 ottobre 2018
Pagina: 35
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Un giardino a testa per ciascuno dei due vicini»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - La Lettura di oggi, 21/10/2018, a pag.35, con il titolo "Un giardino a testa per ciascuno dei due vicini" il commento di Davide Frattini.

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Davide Frattini

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La copertina e l'autore Yossi Klein Halevi

La prima lettera è dedicata al «muro tra di noi» che parrebbe ostacolare ogni dialogo con il vicino del titolo. Eppure Yossi Klein Halevi è tornato a crederci, lui che, immigrato in Israele nel 1982, è passato attraverso tutti i gradi ideologici: dal rigetto estremista (giovane ebreo americano seguace del rabbino razzista Meir Kahane) alla speranza di pace (gli anni di Oslo) alle disillusioni (le tante guerre e quelle che ancora potrebbero scoppiare). Così in Letters to My Palestinian Neighbor (Harper, pp. 224, S 24,99) sceglie di rivolgersi a un palestinese che chiama «vicino perché non conosco il tuo nome», un appellativo — ammette — forse troppo disinvolto «visto che siamo intrusi nei rispettivi incubi». È rispettivi la parola: il libro è un tentativo di raccontare le aspirazioni, le convinzioni, i dolori generati negli israeliani dal conflitto che non finisce. Nel contempo cerca di creare un giardino comune (spirituale, tra le religioni monoteiste) che non sia troppo verde per gli uni e inaridito per gli altri.

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