Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Come la pensa Romano Prodi sulla barriera di sicurezza 14-10-03
Sarà che i ristoranti abitualmente frequentati da Romano Prodi, a Bruxelles o a Bologna, non hanno la brutta abitudine di saltare in aria con clienti e avventori. Sarà che il presidente della commissione europea non ha da preoccuparsi se gli autobus sui quali viaggiano i suoi cari possano esplodere bruciando orrendemente i passeggeri. Sarà questo e sarà magari l'origine di buon democristiano di sinistra, la non dimenticata corrente DC che proprio simpatizzante di ebrei e Israele non poteva definirsi. Sarà tutto questo e altro, ma l'incontro dell'altro giorno di Prodi con il presidente egiziano Mubarak è di quelli che lasciano allibiti. Il titolo della Stampa di ieri era chiarissimo: "Il Muro è il peggior errore". Certo, il titolo era forzato rispetto all'insieme dell'articolo, come è buona regola agli esteri del quotidiano torinese, ma il succo del Prodi-pensiero è proprio quello. Anche se le righe dedicate a Prodi erano al massimo una decina, titolo e foto in cordiale colloquio con Mubarak hanno provveduto ad istruire il lettore che Prodi la pensa così. Non nega il nostro che esiste anche un problema terrorismo, ma l'ostacolo maggiore alla pace sono gli insediamenti e il muro. "Il muro è una disperazione" ha aggiunto, confondendo la disperazione dei parenti delle vittime israeliane innocenti dei terroristi suicidi con l'orgoglio delle famiglie di questi ultimi, che ostentano foto e video degli "eroi", dichiarando quanto la loro morte sia motivo di soddisfazione per tutti i famigliari. Prodi non vi vede l'esaltazione del terrorismo, come non vede quanto la barriera difensiva sia indispensabile per impedire l'entrata in territorio israeliano degli attentatori suicidi. Per Prodi questo deve essere un aspetto del tutto secondario. Israele deve dotarsi di una bacchetta magica, essendo qualunque altra soluzione vietata. Forse Prodi vorrebbe raccomandare a Israele di rivolgersi al presidente dell'Alto Commissariato ONU per i diritti umani, che attualmente è presieduto da una persona che il nostro apprezza di sicuro. Ricordarne il nome e la provenienza aiuta a capire perchè l'ONU condanni Israele ad ogni piè sospinto. Un organismo internazionale che elegge la signora Najat Al-Hajjaji, rappresentante della Libia di Gheddafi alla presidenza della commissione per i diritti umani la dice lunga su coloro che pretendono di essere i giudici di uno Stato democratico che non sta facendo altro che difendere i propri cittadini.
Così la pensa Romano Prodi. Lo ricordiamo a quanti si fossero mai lasciati sedurre dal suo faccione di buon parroco di campagna e, sottoposti al continuo martellamento dei mezzi d'informazione di casa nostra che non perdono mai occasione di raccontarci quanto è bravo, quanto lavora e quanto si preoccupa per noi poveri cittadini, prendessero per serie le sue dichiarazioni.