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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.09.2018 Francia: Onfray e Zemmour cancellati dalla TV pubblica
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 settembre 2018
Pagina: 32
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Francia, il caso Onfray: si può essere scorretti alla TV pubblica ?»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/09/2018 a pag.32 con il titolo "Francia, il caso Onfray: si può essere scorretti alla TV pubblica ?" il commento di Stefano Montefiori

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Stefano Montefiori                  Onfray & Zemmour

Corne deve comportarsi il servizio pubblico con i campioni del politicamente scorretto? La domanda è di attualità in Francia, dove Michel Onfray e Eric Zemmour stanno vivendo un passaggio delicato delle loro carriere. Il primo è il filosofo libertario di sinistra diventato celebre con il «Trattato di ateologia» e con una produzione sconfinata e talvolta profetica sulla fine della civiltà occidentale, il secondo è il polemista di estrema destra anti-islam condannato per incitamento all'odio religioso. Onfray e Zemmour devono parte del loro successo al fatto di avere sfidato il «pensiero unico»: Onfray denunciando «il dogma neoliberista di Maastricht», Zemmour contestando l'idea progressista dell'abbraccio alle culture diverse, specialmente quella musulmana. All'inizio la loro era una voce nuova, inattesa. Poi, assieme ad altri intellettuali controcorrente come Alain Finkielkraut, sono diventati onnipresenti. Hanno continuato a denunciare «il pensiero dominante», senza ammettere che il pensiero dominante stava diventando il loro. Fanno audience perché sono efficaci e perché le sparano grosse: da «Osama ha ragione» (Onfray) a «I tuoi genitori hanno sbagliato a chiamarti Hapsatou, dovevano usare un nome francese come Corinne» (Zemmour). Fustigatori del presidente Macron, ora vedono gli spazi restringersi: Onfray, privato della trasmissione su France Culture, abbandona per protesta l'Università popolare di Caen da lui fondata nel 2002; Zemmour, primo in classifica con il saggio «Destin français», è ovunque su giornali, radio e tv private, ma stenta ad apparire nel servizio pubblico. Qualcuno grida alla censura. Altri fanno notare che esiste un diritto alla libertà d'espressione, non alla sovraesposizione mediatica.

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