Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Turchia: il sultano Erdogan invita a boicottare gli Stati Uniti Cronaca di Marta Ottaviani
Testata: La Stampa Data: 15 agosto 2018 Pagina: 20 Autore: Marta Ottaviani Titolo: «Erdogan sfida Trump: 'Boicotteremo i prodotti Usa'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/08/2018, a pag.20 con il titolo "Erdogan sfida Trump: 'Boicotteremo i prodotti Usa' " la cronaca di Marta Ottaviani.
Marta Ottaviani
Turchia e Stati Uniti sempre più ai ferri corti e con un botta e risposta dove ora, oltre alle parole, seguono anche i fatti. Il presidente americano, Donald Trump, ha firmato un documento finanziario da 716 miliardi di dollari che di fatto ritarda la consegna degli F35 che Ankara sperava di ricevere prima del 2023, centenario della fondazione della Repubblica turca. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha risposto alla sua maniera. Durante un discorso per il diciassettesimo anniversario della fondazione del suo Akp, il Partito per la giustizia e lo sviluppo al potere dal 2002, ha chiamato a un primo boicottaggio della merce americana.
Erdogan
«Boicotteremo i prodotti tecnologici che arrivano dagli Usa – ha tuonato il capo di Stato –. Se loro hanno gli iPhone, dall’altra parte ci sono i Samsung. Abbiamo Vestel Venus nel nostro Paese. Adotteremo misure come queste». Il presidente ha poi ribadito che quella in atto è una «campagna globale ordita dall’amministrazione Trump». C’è poi chi lo ha preceduto, dimostrando uno zelo senza pari. È il caso di Turkish Airlines, la compagnia di bandiera i cui vertici sono di nomina governativa, che ieri ha annullato tutte le campagne pubblicitarie sui media statunitensi.
Il crollo della lira In molti uffici di cambio è ormai impossibile reperire dollari, per il semplice fatto che non sono disponibili e sulle testate nazionali si rincorrono gli appelli a fronteggiare quello che, ancora ieri, il presidente Erdogan ha definito una «campagna di Trump».
Intanto, anche la Russia ha fatto sentire la sua voce. Il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, che si trova ad Ankara fino a domani, ha commentato gli sviluppi degli ultimi giorni definendo «illegale e illegittima» una logica che si fonda sulle sanzioni, oltre che destinata e non durare sul lungo termine. Il mondo economico si gode la fragile tregua dei mercati, con la lira che ha recuperato parte delle perdite dei giorni scorsi, ma preoccupati che la situazione possa tornare a precipitare nei prossimi giorni. Unioncamere e Confindustria turca hanno chiesto che vengano prese misure finanziarie forti volte a frenare la svalutazione della moneta nazionale, alludendo chiaramente all’aumento dei tassi di interesse. Il ministro delle Finanze, Berat Albayrak, domani incontrerà i maggiori investitori stranieri per rassicurarli sullo stato dell’economia nazionale.
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