Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa č la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non č mai stata terra araba e non sarā mai loro.
Io penso che quella descrizione corrisponde a certi paesi della mia infanzia (ho 66 anni), dove c'era davvero poco e niente. Noi vedevamo i film americani e mi sarebbe piaciuto andare lā, avere un'automobile, vestiti, uno stereo, fare le vacanze. Poi, pian piano, l'Italia č cambiata. Non abbiamo vinto al totocalcio, abbiamo lavorato. Tanto. La prima auto una 500 rugginosa di terza mano, poi sempre meglio. Oggi i tunisini sono come me allora, ci guardano e sognano di venire qua per avere tutto anche loro, ma commettono due errori: 1) la povertā č un fattore relativo. Io non ero povero, mi sentivo di esserlo solo perché guardavo i film americani. Cosė loro hanno l'indispensabile, ma invidiano quello che abbiamo noi. Se l'Italia fosse povera come la Tunisia, non si sentirebbero poveri. 2) Non c'č posto per tutti i tunisini in Italia. Migrare č un gesto egoista. Vuol dire: io risolvo il mio e in culo a chi rimane. La strada giusta č invece lavorare e costruire una Tunisia ricca. Giā oggi č meglio dell'Italia del dopoguerra, quindi č fattibile, se ce l'abbiamo fatta noi.... Lo ripeto: migrare non č la soluzione.
Andrea Innocenti
Gentile Andrea, Non c'č posto per tutti i tunisini, nč tutti gli altri magrebini che tra l'altro non stanno scappando dalla guerra. La Tunisia ha i problemi di tanti altri paesi arabi ma non c'č nessuna guerra, si imbarcano, rischiando la vita, per il sogno sbagliatissimo di andare a vivere in un'Europa ricca. Era accaduto anche con gli albanesi alla fine della dittatura, vedevano la Tv italiana e credevano che l'Italia fosse il paese del bengodi. Fa male al cuore pensare a tutte quelle giovani vite sacrificate per niente, per far guadagnare soldi alla mafia dei barconi. Migrare non č la soluzione ma penso che lo faranno ancora per molti anni perchč partire verso un destino migliore č il sogno di quelli non hanno pių speranze in patria, nč aiuti, nč iniziative e trovano sulla loro strada dei farabutti che li illudono per guadagnare dei soldi sulle loro vite e sulle lacrime delle loro madri. Un cordiale shalom http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=70942