Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Speranza, fratellanza e futuro nel terzo millennio Intervento di Abraham B. Yehoshua
Testata: La Repubblica Data: 05 giugno 2018 Pagina: 25 Autore: Abraham B. Yehoshua Titolo: «Il futuro? Ritrovare la speranza in una fratellanza universale»
Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 05/06/2018, a pag. 25, con il titolo "Il futuro? Ritrovare la speranza in una fratellanza universale", l'intervento di Abraham B. Yehoshua.
Abraham B. Yehoshua
All’indomani della Seconda Guerra Mondiale, quando abbiamo preso coscienza di quale potenza di autodistruzione sia capace di raggiungere l’essere umano, abbiamo posto dinanzi al futuro richieste chiare ed etiche, e abbiamo sperato che il mondo intero le condividesse e se ne facesse garante. Innanzitutto abbiamo sperato e creduto che in futuro si sarebbe rafforzata la comprensione che la democrazia è la forma di governo legittima, migliore e più sicura per tutti. Abbiamo individuato la necessità urgente di ridurre i divari economici e sociali tramite norme di legge sociali illuminate e giusti accordi internazionali. In seguito alla Seconda Guerra Mondiale abbiamo anche cominciato sviluppare una chiara fiducia sul fatto che la scienza avrebbe migliorato il benessere dell’uomo, e che se essa fosse stata portatrice anche di valori etici la logica razionale avrebbe di molto indebolito gli orientamenti irrazionali sia nel campo della religione che della politica. Oggi, settantatré anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ci rapportiamo alla scienza con meno sicurezza e talvolta persino con angoscia. Al posto della “scienza allegra” sulla quale Nietzsche aveva riposto speranza per le forze creative e dionisiache positive, vediamo intorno a noi una scienza selvaggia dagli istinti molteplici che cerca di travalicare i confini della natura biologica dell’uomo. Una scienza che rafforza molto la comunicazione sino a renderla inattendibile. Le vie della globalizzazione mettono a repentaglio la fratellanza nazionale e amplificano le disuguaglianze sociali tramite sofisticate manipolazione economiche. Non siamo più certi che vi sia, o si possa applicare alla scienza un controllo etico e sociale. Parte delle sue scoperte innovative e audaci possono sconvolgere la comprensione della realtà stessa che è divenuta sempre più soggetta a manipolazioni. La speranza, presente dopo la Seconda Guerra Mondiale, che avessimo il potere di prendere il sopravvento sul caos etico e sociale nel mondo, va affievolendosi.
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