Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
L'Espresso: risponde l'Ambasciatore d'Israele Ofer Sachs Dopo la menzogne il settimanale GazaNews sbaglia pure il cognome
Testata: L'Espresso Data: 03 giugno 2018 Pagina: 118 Autore: Ofer Sachs Titolo: «Lettera al direttore:L'ambasciatore d'Israele: Impedire a Hamas di mistificare la realtà»
Riprendiamo dall' ESPRESSO di oggi, 03/06/2018, a pag.118, con il titolo " Lettera al direttore:L'ambasciatore d'Israele: Impedire a Hamas di mistificare la realtà", in cui il settimanale sbaglia persino il cognome dell'Ambasciatore: non è Sacs ma Sachs.
Scrivo per rammaricarmi per quanto visto pubblicato nel numero di domenica 20 maggio. Il modo in cui sono stati riportati gli eventi di Gaza è un'ulteriore prova che l'organizzazione terroristica, votata alla distruzione di Israele, è riuscita nell'intento di manipolare i media internazionali, demonizzando Israele per le azioni legittime in difesa dei suoi cittadini. Il titolo "Gaza brucia", le foto esclusive del "massacro" e gli articoli non rappresentano realmente quanto accaduto. Per la popolazione di Gaza l'agire in base a valori di libera espressione del pensiero e di manifestazione spontanea è una possibilità che semplicemente non esiste. Analizzare i fatti applicando i parametri democratici di libertà di parola non rispecchia in alcun modo la realtà di una regione stretta nelle mani violente di Hamas. Anche solo riferendosi al volantino da questi diffuso con istruzioni dettagliate su come portare armi e rapire cittadini israeliani, si può capire che le "marce per il ritorno" non sono manifestazioni organizzate in modo spontaneo dalla popolazione di Gaza, ma delle vere e proprie operazioni pianificate da Hamas per mimetizzare i suoi uomini tra i civili, con l'obiettivo di sfondare il confine con Israele. A riprova di quanto detto — come sostenuto in un'intervista televisiva da Salah al-Bardawi, membro dell'Ufficio Politico di Hamas — su 62 persone rimaste uccise negli scontri del 14 maggio scorso, ben 50 erano operativi del gruppo terroristico. Un altro esempio delle mistificazioni informative di Hamas riguarda la morte della bambina di otto mesi, Leila al-Ghandour, deceduta non per i lacrimogeni israeliani, ma per cause naturali, come asserito da un medico di Gaza. Questo confermato anche dall'agenzia di stampa tedesca Ntv, che dichiara che il nome della bambina non risulta più essere presente nella lista delle vittime degli scontri redatta dal Ministero della Salute di Gaza. Impedire a Hamas di mistificare la realtà serve la giusta informazione e disincentiva i terroristi dal perseguire le loro crudeli strategie.
Ofer Sacs Ambasciatore di Israele in Italia
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