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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.04.2018 Mike Pompeo in Medio Oriente: ecco come contenere la minaccia iraniana
Commento di Giuseppe Sarcina

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 aprile 2018
Pagina: 11
Autore: Giuseppe Sarcina
Titolo: «Medio Oriente, il tour anti-Iran di Mike Pompeo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/04/2017, a pag. 11, con il titolo "Medio Oriente, il tour anti-Iran di Mike Pompeo", il commento di Giuseppe Sarcina.

Giuseppe Sarcina riporta correttamente il tour del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo in Medio Oriente. L'obiettivo numero 1 è contenere l'espansionismo iraniano e privarlo del nucleare.

Ecco l'articolo:

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Giuseppe Sarcina

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Mike Pompeo

La priorità è l’Iran. Il neosegretario di Stato, Mike Pompeo prende possesso della politica estera americana e traccia la mappa per le prossime settimane. Si lavora al dossier coreano e al faccia a faccia tra Trump e Kim Jong-un. Ma adesso l’urgenza numero uno è contenere Teheran. Nel fine settimana Pompeo ha chiamato a raccolta gli alleati del Medio Oriente, con un viaggio lampo in Arabia Saudita, Israele e Giordania. Il nuovo capo della diplomazia ha usato un linguaggio schematico e lineare. A tutti gli interlocutori ha confermato che il prossimo 12 maggio Trump ripudierà l’accordo sul nucleare con l’Iran firmato nel 2015 da Stati Uniti, Russia, Cina, Regno Unito, Francia e Germania. «A meno che gli alleati europei non trovino il modo per correggere l’intesa», ha detto Pompeo. Una possibilità considerata molto improbabile a Washington. Occorre, allora, prepararsi a un confronto più duro e diretto contro l’Iran, «il Paese che destabilizza la regione, che fornisce armi ai ribelli Houthi nello Yemen, che appoggia il regime assassino siriano, che alimenta gli attacchi cibernetici nel mondo». Pompeo è stato molto chiaro con il ministro degli Esteri saudita Abdel al-Jubeir, con il principe ereditario Mohammed bin Salman e con il re Salman: noi ci siamo, ma adesso anche voi dovete fare di più. Da tempo Trump sollecita i Paesi arabi a coalizzarsi contro l’Iran; ora tocca a Pompeo concretizzare questa idea. Più soldi? Più militari sul territorio in Siria? La discussione operativa è cominciata. Con un’aggiunta importante: basta con le divisioni interne. L’Arabia Saudita, Barhain e Egitto devono ricucire al più presto le relazioni con il Qatar, accusato di spalleggiare l’Iran, ma di recente riabilitato dallo stesso Trump. Molto più semplice il passaggio in Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu è pronto da tempo allo scontro con Teheran. Anzi lo ha già avviato in proprio, il 9 aprile scorso con il bombardamento della base siriana T-4 controllata da milizie iraniane.

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