Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Mettere Israele e Iran sullo stesso piano? Succede su Repubblica nel pezzo di Vincenzo Nigro Ma è la teocrazia sciita che si avvicina sempre più al Golan e vuole distruggere lo Stato ebraico
Testata: La Repubblica Data: 16 aprile 2018 Pagina: 10 Autore: Vincenzo Nigro Titolo: «Sul Golan dopo i missili le mosse di Israele e Iran lungo il fronte più caldo»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 16/04/2018, a pag.10, con il titolo "Sul Golan dopo i missili le mosse di Israele e Iran lungo il fronte più caldo", il commento di Vincenzo Nigro.
Vincenzo Nigro torna a disinformare contro Israele con un pezzo unidirezionale, prontamente pubblicato da Repubblica. 1. "salire al monte Bental, sulle alture del Golan, aiuta a capire quanto i due nemici siano arrivati pericolosamente vicini": Nigro finge di ignorare la realtà, perché Israele non si è avvicinato all'Iran, ma l'Iran a Israele attraverso Iraq, Siria e Libano. Già questo dovrebbe essere sufficiente per capire chi è l'aggressore e chi invece non fa altro che difendersi. 2. "Per ora i due nemici continuano a scambiarsi parole, anatemi e maledizioni". Anche qui, Nigro mette sullo stesso piano i due Paesi, ma Israele non ha mai lanciato anatemi e maledizioni contro l'Iran, e non ne minaccia l'esistenza, mentre non si può certamente affermare il contrario. Equiparare una democrazia piena come Israele a un feroce regime teocratico come l'Iran: a questo giunge Vincenzo Nigro oggi.
Ecco l'articolo:
Vincenzo Nigro
È sempre più uno scontro diretto fra Iran e Israele. Per questo salire al monte Bental, sulle alture del Golan, aiuta a capire quanto i due nemici siano arrivati pericolosamente vicini. Dal punto di osservazione più alto si vedono i verdi campi della pianura siriana, la cittadina di Quneitra, i villaggi occupati dai ribelli e poi le strade che portano verso Damasco o il Sud. Il posto di ascolto di intelligence della “ montagna dell’elefante”, lì dove ci sono i soldati iraniani. Al bar del Bental arrivano gruppetti di studenti, ospiti di riguardo scortati dalla protezione israeliana, diplomatici e militari dell’Onu che controllano la separazione con la Siria. Tutti a guardare dall’altra parte della “ linea Alfa”. « Non è cambiato tutto, ma sta cambiando molto » , dice un ufficiale dell’esercito di Israele.
Ufficialmente i portavoce di Idf sono molto cauti in queste ore: dopo l’attacco americano contro i depositi chimici di Assad, Israele deve capire ancora fino in fondo come gestire i prossimi passi. Per ora i due nemici continuano a scambiarsi parole, anatemi e maledizioni. Citazione storica nella dichiarazione dell’ayatollah Khamenei, che parlando degli attacchi aerei americani, francesi e britannici di sabato scorso li chiama «l’aggressione tripartita». Rievoca l’invasione dell’Egitto che Francia, Gran Bretagna e Israele fecero nel 1956 per controllare il canale di Suez. In Israele il più duro ieri era Gilad Erdan, il ministro dell’Interno, un giovane leone del Likud: «Gli attacchi aerei in Siria dovrebbero continuare. Non ci faremo schiacciare dall’Iran ». Il problema è che oltre le parole, Iran e Israele fanno fatti: i bombardamenti segreti di Israele, i rifornimenti di armi iraniane ad Hezbollah e Assad, un fiume che parte dall’Iran, attraversa l’Iraq e arriva fin sulle sponde del Mediterraneo. Sabato notte nella regione di Aleppo c’è stato un altro misterioso bombardamento. È stata colpita una base in cui i pasdaran iraniani conservavano materiali militari. Israele questa volta è stato molto discreto, i corrispondenti dei giornali e delle tv non sono stati autorizzati a raccontare il bombardamento. Ai giornalisti Idf affida però le sue riflessioni. La prima: la superiorità aerea israeliana in Libano e in Siria ormai è in serio pericolo. Quando sabato americani, francesi e inglesi hanno colpito in Siria, la difesa aerea russa è rimasta spenta, hanno reagito soltanto i siriani.
Zvi Barel, l’esperto strategico di Haaretz, spiega che per Israele a questo punto è tutto nelle mani di Putin: «Se davvero vendono o regalano ai siriani i missili S- 300 per noi i problemi saranno assai seri». L’S- 300 ( per non parlare dell’S- 400) è un incubo per gli israeliani. Spiega un ufficiale: « Un convoglio tipo di questi missili antiaerei si muove con radar, centro di controllo e poi 6 rimorchi con 4 tubi lanciatori: in tutto 24 missili. Ogni sistema radar può gestire contemporaneamente 12 missili, per cui diciamo che possono lanciare 2 missili contro ognuno di 6 aerei » . Sarebbe la fine della possibilità di volare in sicurezza per Israele. Cosa dicono invece i militari dell’attacco americano di sabato? «È stato un attacco limitato, preciso, diciamo responsabile. Per colpire gli impianti chimici, per scoraggiare Assad dall’adoperare di nuovo armi chimiche. Senza far reagire i russi. Ma tutto il resto è rimasto uguale, e anzi adesso russi, siriani e iraniani sono ancora più compatti » . Per Israele il bombardamento di non ha indebolito per nulla Assad, che si è fatto riprendere mentre entrava a piedi in ufficio fra gli uccellini che cantavano. Non ha minacciato il regime, che verrà difeso a spada tratta da Putin. Paradossalmente adesso il vero problema per Israele si chiama Donald Trump, che è l’unico su cui davvero si potrebbe provare a fare pressioni. « Che cosa vuole Trump? Cosa faranno gli americani in Siria? Davvero si ritireranno presto come chiedeva il presidente » , dice un tenente colonnello: « Oppure rimarranno, per giocare un ruolo più importante, che per noi è vitale? » . Dal monte Bental si vedono i ribelli siriani e gli iraniani, ma l’America è troppo lontana.
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