Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
A Roma si discute su Hezbollah alla Farnesina. C'è da preoccuparsi? Editoriale del Foglio
Testata: Il Foglio Data: 13 marzo 2018 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Si parli di Hezbollah alla Farnesina»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 13/03/2018, a pag. 3 l'editoriale "Si parli di Hezbollah alla Farnesina".
Terroristi di Hezbollah
La conferenza si svolgerà a Roma il 15 marzo al ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Lo scopo dell’evento è quello di costituire una piattaforma per governi e organizzazioni e intervenire come donatori dell’esercito libanese, “l’unica forza legittima del Libano”. Un evento sicuramente positivo, tuttavia è Hezbollah “il capo” nel sud del Libano. Pertanto, l’evento di Roma dovrebbe essere una piattaforma anche per trasmettere un messaggio alla comunità internazionale. E quel messaggio dovrebbe essere: “Liberate il Libano da Herzbollah”. Come la missione dell’Onu Unifil, l’esercito libanese in questi anni ha visto impotente crescere la forza militare e numerica dell’organizzazione terroristica guidata da Hassan Nasrallah, facendo spesso da foglia di fico alle sue attività criminali. L’Unifil è per definizione una forza interinale, provvisoria, ma si trova in Libano da quarant’anni. Una parte decisiva del suo mandato consiste nell’aiutare il governo e l’esercito libanese a garantire che nella zona vicino al confine con Israele non vi siano armi fuori dal controllo del governo di Beirut. Per questo a settembre Israele ha esortato i caschi blu a fare molto di più per ispezionare e denunciare le violazioni di Hezbollah, per questo l’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, Nikki Haley, ha poi criticato il capo dell’Unifil, l’irlandese Michael Beary, accusandolo di ignorare il riarmo nemmeno troppo segreto di Hezbollah da parte dell’Iran. Gli analisti stimano in centomila il numero dei missili che Hezbollah ha stipato a sud del fiume Litani. Nasce da qui la preoccupazione, i raid aerei mirati e l’attivismo politico d’Israele in seno alla comunità internazionale. La conferenza di Roma non dovrebbe limitarsi a portare soldi e sostegno politico all’esercito libanese. Dovrebbe anche essere l’occasione per la stampa e i partecipanti di porre le giuste domande: come intende questo esercito libanese fermare Hezbollah nel caso di conflitto con Israele? E come si schiererebbe la comunità internazionale se la stabilità mediorientale venisse seriamente compromessa?
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