Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Arabia Saudita: la strategia diplomatica di Mohammed bin Salman Commento di Viviana Mazza
Testata: Corriere della Sera Data: 06 marzo 2018 Pagina: 30 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Dal Cairo alla Casa Bianca. L’offensiva diplomatica del principe saudita Mbs»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/03/2018, a pag.30, con il titolo "Dal Cairo alla Casa Bianca. L’offensiva diplomatica del principe saudita Mbs" il commento di Viviana Mazza.
Viviana Mazza Mohammed bin Salman (a sinistra)
È stato accolto dai caccia, che hanno scortato il suo aereo, e da poster che lo mostrano sorridente al fianco del presidente Al Sisi nelle strade principali del Cairo. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman è in Egitto, prima tappa del suo primo viaggio internazionale, che lo porterà il 7 marzo in Gran Bretagna e a metà mese negli Stati Uniti. Un viaggio per convincere gli alleati che i cambiamenti da lui voluti in Arabia Saudita (le riforme della cosiddetta «Visione 2030» ma anche la massiccia retata anticorruzione contro principi e ministri e il rimpasto dei vertici delle forze armate) porteranno non destabilizzazione ma sicurezza e opportunità economiche. Per Al Sisi, che si appresta a correre senza rivali nelle elezioni del 26 marzo dopo aver intimidito e incarcerato candidati, giornalisti e attivisti, la presenza di Mbs (com’è chiamato dalle sue iniziali) è un endorsement cruciale. Riad — che vede nel raìs una garanzia contro il riemergere delle primavere arabe e in chiave anti iraniana — ha versato all’Egitto decine di miliardi di dollari da quando Al Sisi ha preso il potere nel 2013 strappandolo alla Fratellanza musulmana; ieri è stato annunciato un fondo da 16 miliardi, una priorità è investire nel Canale di Suez. Poi a Londra il principe incontrerà la premier Theresa May: è «l’inizio di una nuova era nelle relazioni bilaterali», annuncia un portavoce. In agenda anche «il terrorismo, il conflitto e la crisi umanitaria in Yemen, l’Iraq e la Siria». E sul tavolo c’è sempre la quotazione in Borsa della compagnia petrolifera Saudi Aramco, l’Ipo più grande della storia, contesa tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Donald Trump ha appoggiato ogni mossa di Mbs da quando l’anno scorso ha spodestato il cugino diventando erede al trono; uno dei temi a Washington sarà il lucroso accordo di cooperazione nucleare che la Casa Bianca vorrebbe firmare con Riad (normalmente queste intese vietano l’arricchimento dell’uranio in proprio, ma i sauditi non accettano restrizioni). Meno chiaro se qualcuno solleverà il tema dei diritti umani nonostante l’arresto dell’ennesimo attivista saudita (aveva criticato su Twitter la guerra in Yemen).
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