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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Elia Boccara - Sionisti cristiani in Europa - 02/03/2018

Elia Boccara
Sionisti cristiani in Europa
Giuntina
16 euro

Si può chiamarlo anti-semitismo, un termine che ha un secolo e mezzo di vita, oppure antigiudaismo, giude- ofobia, antiebraismo. Certo è che il popolo di Israele è stato oggetto di odio e diffamazione in gran parte della tradizione intellettuale europea - e anche in quella islamica, che qui non ci interessa. Non sono stati solo i nazifasciti, la plebe facile all’odio, i razzisti; buona parte dei migliori filosofi e scrittori e teo- logi e artisti e politici europei, quando si sono espressi sul popolo ebraico, hanno mostrato un grado di odio e ribrezzo senza pari. Non solo Goebbels e Heidegger e Rosenberg e Torquemada e Céline; ma anche Sant’Agostino e Sant’Ambrogio, Lutero ed Erasmo, Kant e Hegel e Fichte e Wagner e mille altri che non c’è qui lo spazio per nominare. Questa funesta ere- dità antisemita agisce ancora sottotraccia: non c’è altro modo di dare ragione della violenta ostilità che l’Europa nutre verso lo Stato di Israele se non pensando al volgersi in politica internazionale dell’“odio antico” contro gli ebrei e le loro comunità. È su questo sfondo che si apprezza meglio il libro di Elia Boccara intitolato Sionisti cristiani in Europa - Dal Seicento alla nascita dello Stato di Israele (Giuntina). La parola “sionisti”, anch’essa nata meno di un secolo e mezzo fa, è una voluta forzatura: si tratta di persone che si proclamano amiche degli ebrei e ne comprendono il diritto, basilare per ogni popolo, all’autogoverno in una patria, auspicando dunque il ritorno in Terra di Israele. Si tratta però di eccezioni, per- sone illuminate spesso più dalla lettura delle Scritture che da una conoscenza effettiva di ebrei, che proprio per questa conoscenza letteraria vengono per lo più da settori marginali del cristianesimo, sono sospetti di eresia o appartengono a correnti minoritarie del Cattolicesimo o più spesso del Protestantesimo. Nel libro di Boccara, si merita innanzitutto un capitolo Jean Racine, il grande autore drammatico del Seicento francese vicino al giansenismo di Port Royal; la prova del suo “sionismo” sta in un’opera tarda, scritta per un collegio di fanciulle sotto la protezione del Re Sole. Si tratta della storia di Ester, che viene riletta sot- tolineando il diritto degli ebrei al ritorno a Gerusalemme. Poi vengono Padre Antonio Vieira, un gesuita portoghese che fu vicino alla comunità ebraica di Amsterdam, pubblicò degli scritti contro l’inquisizione ed ebbe i suoi guai per que- sto; Jean-Jacques Rousseau si lanciò in qualche pagina filoebraica dell’Emile, per gli ambienti inglesi puritani e non conformisti. Da questo mondo emergono alcuni personaggi molto significativi, innanzitutto una grande scrittrice come George Eliot, soprattutto col romanzo Daniel Deronda, ma anche alcuni militari influenti sull’insediamento ebraico durante il Mandato britannico di Palestina, come Wyndam Deeds e Orde Wingate. In questo contesto vi è posto anche per un cappellano anglicano che fu un importante collaboratore di Herzl, William Hechler, e compare anche il calabrese eroe del Risorgimento Benedetto Musolino. Sono storie assai diverse fra loro, per profondità di impegno, valore letterario e influenza politica. Storie anche isolate, di persone che non si conoscevano e non appartenevano allo stesso ambiente, se si fa eccezione per una tradizione britannica effettivamente importante e continuativa. Elia Boccara ha un grande merito a rievocarle, colmando una certa disattenzione per dei rapporti che senza dubbio hanno un valore signi-ficativo di testimonianza. Questa linea minoritaria di pensiero, che Boccara descrive con passione e lucida capacità di documentazione, mostrano fra l’altro che fu sempre possibile, per chi lo voleva, non essere ideologicamente nemici degli ebrei, non condividere il desiderio di genocidio culturale, se non fisico, che fu così largamente condiviso in Europa per tanti secoli. Il che sottolinea la responsabilità di chi invece non si sottrasse ad esso.

Ugo Volli - Bollettino della Comunità Ebraica di Milano




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