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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Ugo Volli
Cartoline
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I deputati arabi e l’'apartheid' di Israele 28/01/2018

I deputati arabi e “l’apartheid” di Israele
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

 a destra:
deputati arabi allontanati
dalla Knesset

 Cari amici,

avete sentito dire che Israele non è una vera democrazia, ma uno stato di apartheid che sta pure diventando fascista e opprime e discrimina i poveri arabi israeliani, oltre che naturalmente i palestinesi purosangue? 
Be’, oggi vi do qualche fatto su cui riflettere. Riguarda il cuore dello stato, il parlamento, che come probabilmente sapete, in Israele è monocamerale, si chiama Knesset (cioè assemblea) e comprende 120 membri eletti con sistema proporzionale, con una bassa barriera di ingresso (3 per cento, se non sbaglio). Bene, in questo parlamento c’è una “lista unica” che si attribuisce la rappresentanza degli arabi israeliani, che ha 13 deputati. Non ci sono solo loro, altri 5 deputati arabi sono stati eletti nella liste di vari partiti, raggiungendo una presenza parlamentare non troppo lontana dalla percentuale demografica (https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Arab_members_of_the_Knesset ); 
ma loro sono quelli che si definiscono specificamente per il loro carattere arabo e dunque sono all’opposizione non di questo o quel governo, ma rispetto allo Stato ebraico. 
Ci si può chiedere se questo sia davvero l’interesse del loro elettorato arabo, che infatti li vota solo intorno al cinquanta per cento, molto meno di altre liste di raccolta etnica nel mondo; ma certo è che il “fascismo” e l’”apartheid” non limitano la loro presenza. Lo si è visto la settimana scorsa, quando il vicepresidente americano Pence ha tenuto un discorso alla Knesset. I deputati della lista unica hanno cercato di disturbare il discorso e sono stati espulsi per aver violato il regolamento che proibisce ai deputati di esporre cartelli e scritte nell’aula (guardando il video è chiaro che l’espulsione era stata messa in conto da loro ed è stata eseguita tranquillamente:http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/mike-pence-israel-knesset-speech-protest-jerusalem-us-embassy-palestine-palestinian-a8173271.html ).

C’è un particolare inquietante che emerge da una foto che potete vedere qui (http://www.jewishpress.com/news/us-news/mk-zoabi-aims-rubber-band-at-vp-pence-at-start-of-knesset-speech/2018/01/24/ ): una deputata del gruppo ha minacciato Pence con una fionda, non si capisce quanto sul serio. Il personaggio in questione, Hanin Zoabi, si è resa ben nota per il suo estremismo, ha preso parte alla flottiglia turca per Gaza che ha aggredito i marinai israeliani quando sono saliti sulla nave Mavi Marmara per prenderne possesso secondo le leggi internazionali; ha difeso i rapitori e assassini dei tre studenti israeliani nel 2014, non ha mai perso occasione di cercare di provocare incidenti contro Israele (https://en.wikipedia.org/wiki/Haneen_Zoabi ). 
Vale dunque la pena di starla ad ascoltare quando parla, perché rappresenta l’anima più dura dell’odio per Israele ed è del resto notoriamente in contatto con i movimenti palestinisti in Giudea, Samaria e Gaza. Mi sembra il caso dunque di prendere molto sul serio una sua recentissima dichiarazione(http://www.jewishpress.com/news/israel/the-knesset/balad-mk-hanin-zoabi-says-tel-aviv-is-occupied-territory/2018/01/24/  ).

Immagine correlata
Hanin Zoabi

Si discuteva alla Knesset del pieno riconoscimento dell’Università di Ariel (che si trova in Samaria, al di là della linea verde). Zoabi naturalmente era contraria per ragioni di principio e di fronte a un altro deputato che le chiedeva se avrebbe potuto cambiare idea nel caso la sede dell’Università fosse stata a Tel Aviv, la sua risposta è stata chiarissima: “per noi anche Tel Aviv è territorio occupato”. 
Un pensiero che dovrebbe far riflettere i “pacifisti” che pensano di chiudere il conflitto con gli arabi cedendo Giudea e Samaria.
Come sa bene chiunque abbia letto i documenti palestinisti, o guardato anche i loro simboli, e Zoabi ha confermato con una sincerità che va apprezzata anche se è solo un sintomo di estremismo, non finirebbe nulla, perché per i palestinisti anche Tel Aviv è occupazione.
Ultima notizia che riguarda i deputati arabi. Non tutti e tredici della lista, ma i tre fra loro che fanno parte del partito Balad (cioè l’ala comunista) sono stati indiziati dall’unità anticorruzione della polizia “con accuse di frode, falso, riciclaggio di denaro sporco, imbroglio, violazione della fiducia e violazioni di integrità” per l’uso scorretto che hanno fatto di fondi elettorali non denunciati (http://www.jewishpress.com/news/israel/israeli-arabs/police-recommend-corruption-indictments-against-3-joint-arab-list-mks/2018/01/23/  ).

Chissà se gli estremisti di sinistra che usano accamparsi sotto la residenza del Primo Ministro e dare la caccia al Procuratore Generale per chiedere l’incriminazione di Netanyahu manifesteranno anche per questi nemici di Israele, corrotti e aggressivi. Conoscendo un po’ queste persone, sono sicuro che non lo faranno.

 Immagine correlata
Ugo Volli


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