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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.01.2018 Un libro per raccontare lo sterminio nazista degli ebrei e la repressione comunista in Cecoslovacchia
Commento di Pierluigi Battista

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 gennaio 2018
Pagina: 31
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: «La metà d’Europa che finì in un incubo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/01/2018, a pag. 31, con il titolo "La metà d’Europa che finì in un incubo", il commento di Pierluigi Battista.

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Pierluigi Battista

 

Non ce lo ricordiamo mai, noi che abbiamo avuto la fortuna di vivere al di qua della cortina di ferro, ma una parte dell’Europa ha vissuto, nei decenni in cui abbiamo goduto della nostra pace e della nostra democrazia, sotto un’altra esperienza, sotto una stella crudele. È quell’Europa che ha patito il totalitarismo nazista e poi, dopo il ’45, mentre noi da questa parte abbiamo festeggiato il ritorno alla libertà, è precipitata in un altro incubo totalitario, di segno opposto, ma pur sempre un cupo regno del terrore. Si legge con commozione un libro stupendo pubblicato in Italia da Adelphi, «Sotto una stella crudele», di Heda Margolius Kovàly. E dalle pagine tragiche di questo libro si esce sempre più rafforzati dall’idea che è improprio parlare di una sola storia dell’Europa del dopoguerra.

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La copertina (Adelphi ed.)

Perché di storie europee ce ne sono almeno due. E quando ci stupiamo perché dalla Cecoslovacchia all’Ungheria, dalla Polonia fino all’ex Germania Est giungono segnali preoccupanti sulla malattia della democrazia e sugli sbandamenti dell’opinione pubblica, facciamo finta di non vedere e non capire che in questi decenni di dittatura comunista post nazista, sotto una stella crudele appunto, si è dissolta ogni parvenza di società civile, di pratica della democrazia, di spirito liberale, di educazione al confronto civile, di battaglia aperta delle idee. Ed è questa eredità che ci fa sentire così diffidenti e sospettosi verso quelle nazioni che hanno accumulato su di sé le sventure del Novecento europeo. Due storie, non soltanto una. Quella descritta da Heda Margolius Kovàly è la storia della fine dell’indipendenza cecoslovacca, della persecuzione antiebraica, della deportazione, dei soprusi, della famiglia sterminata, del collaborazionismo filonazista dei praghesi. Poi c’è la storia di lei che diventa comunista per sradicare il Male che ha portato alla devastazione, poi la repressione, i processi farsa, la distruzione di ogni parvenza democratica, gli arresti di notte, le esecuzioni capitali, il regno della delazione e della paura. In Cecoslovacchia come nell’Ungheria descritta negli stessi termini da Sándor Márai. La doppia oppressione, non una liberazione da un unico Male. Raccontarla, questa storia, forse ci aiuta a capire la fragilità di un’Europa che vuole ignorare ciò che è accaduto in una sua parte importante e decisiva. Caduta sotto una stella crudele.

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lettere@corriere.it

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