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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa Rassegna Stampa
06.01.2018 Il leader che ci manca: un editoriale sotto forma di lettera
Maurizio Molinari ricorda Winston Churchill

Testata: La Stampa
Data: 06 gennaio 2018
Pagina: 22
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Winston Churchill, modello di leadership per chi crede nella forza delle idee»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/01/2018, a pag.22, con il titolo " Winston Churchill, modello di leadership per chi crede nella forza delle idee " la risposta del direttore della Stampa Maurizio Molinari.

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E' la risposta a un lettore nella pagina delle lettere, ma il pezzo del direttore potrebbe essere a pieno titolo un editoriale. In Italia manca un modello di leader in grado di uscire dalle improvvisazioni di tanti, troppi, che si credono ciò che non sono. La citazione di Winston Churchill è illuminante. In un'Europa dominata dalla ideologia pacifista, Churchill ebbe il coraggio di dichiarare a Neville Chamberlain e alla maggiornaza laburista, pronta a firmare l'accordo che avrebbe dato via libera a Hitler " Volete la pace, invece avremo la guerra e in più il disonore".
Molinari cita il film dedicato a Churchill "The darkest hour", di prossima programmazione in Italia. Ne consigliamo la visione per ricordare e per i più giovani per conoscere. La storia di questi anni è molto simile a quella degli anni '30, al nazismo e al comunismo basta sostituire l'islamismo, non a caso in quegli anni alleato di ferro con il nazismo.

Caro Direttore,
leggendo La Stampa di mercoledì sono rimasto colpito dalle assai basse previsioni sulla partecipazione al prossimo voto politico dei giovani, da diciotto a oltre trenta anni. Mi sono chiesto dunque quale differenza ci sia fra l'obbligo di pagare le tasse e il partecipare alle votazioni politiche, che io ritengo un obbligo del cittadino. I risultati del voto con una scarsa affluenza alle urne falsano necessariamente il valore dei risultati. Non si tratta di una espressione delle scelte dei cittadini, ma solo delle scelte di una fascia di elettori che si assumono la responsabilità di scegliere anche per coloro che non rappresentano. Come si può battere l'astensione al voto e la sfiducia che la genera?

Massimo Alfieri

Caro Alfieri,

nelle democrazie mature votare è un diritto e non un obbligo perché la partecipazione alla vita politica é un'opzione che si può liberamente cogliere o meno. L'interrogativo dunque è perché un crescente numero di giovani - non solo nel nostro Paese - sia tentato dall'astensione. Una possibile risposta e la carenza di modelli positivi di impegno nella vita pubblica e, in senso lato, di leadership. Questo é il motivo per cui a mio avviso bisogna vedere i film «Darkest Hour» di Joe Wright e «Dunkirk» di Christopher Nolan. Sono pellicole che descrivono modelli di leadership reali, attuali e molto efficaci. «Darkest Hours» é incentrato sui cinque giorni del maggio 1940 nei quali la Gran Bretagna, umiliata dalla sconfitta in Francia da parte della Germania nazista, era tentata dalla resa o dal patteggiamento con Adolf Hitler, venata dal disfattismo e indebolita dall'incapacità dei suoi leader di comprendere cosa stava avvenendo. Ma riuscì a reagire evitando il baratro. Fu in quell'ora «più buia» che un singolo personaggio politico, Winston Churchill, seppe battersi da solo, a testa alta, contro tutti, riuscendo a salvare la sua nazione, l'Europa e dunque la civiltà occidentale. Churchill era un leader assai improbabile: beveva whiskya colazione, era dipendente dai sigari ed aveva un carattere irascibile, ma di fronte all'umiliazione di Dunkirk seppe tener testa ad un re tentennante, battere i complotti di governo dei filo-nazisti, sbaragliare il pacifismo suicida del predecessore Neville Chamberlain e dare alla Gran Bretagna la guida, personale e politica, che consentì di non cedere a Hitler e quindi di arrivare, cinque anni dopo, alla sua totale sconfitta. È un esempio di leadership che si riflette nel comportamento degli eroi di «Dunkirk», il film che racconta come furono i singoli cittadini britannici, proprietari di barche private, a consentire il salvataggio dell'esercito sconfitto in Francia lì dove la Royal Navy aveva perso ogni speranza di fargli attraversare la Manica. L'orgoglio, il coraggio e l'intelligenza dei pescatori britannici in «Dunkirk» spiegano perché il protagonista di «Darkest Hour» interpretò lo spirito più profondo del proprio popolo scegliendo di battersi contro Hitler. Questa é la leadership da cui é nato l'Occidente di cui siamo tutti cittadini e sono tali e tanti esempi che possono motivare i giovani di ogni tempo e luogo ad affrontare le sfide più difficili per il bene comune. Al fine di rinnovare e consolidare i valori che più ci appartengono.

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direttore@lastampa.it

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