Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Israele:arrestata la provocatrice di Pallywood Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 20 dicembre 2017 Pagina: 13 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Arrestata la piccola provocatrice palestinese. Ma Israele si divide sui soldati 'troppo buoni'»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 20/12/2017, a pag.13, con il titolo "Arrestata la piccola provocatrice palestinese. Ma Israele si divide sui soldati 'troppo buoni' " l'analisi di Fiamma Nirenstein.
Fiamma Nirenstein
"Shirley Temple" Tamimi, attrice di Pallywood
Remissivi, troppo buoni: non sembri strano, parliamo dei soldati israeliani, in genere ritratti come giovani armati fino ai denti. Aggressivi e severi col nemico. Stavolta è il contrario: non si sono dimostrati troppo morbidi? Non se ne approfitterà il nemico? La scena è una zona vicino a Ramallah, presso il villaggio di Nabi Saleh. Il sole è alto, qualche ulivo, la terra rossa, le case dei palestinesi in vista. Due giovani della distinta unità dei Givati montano la guardia per evitare attacchi agli israeliani. Ed ecco le ragazzine. Le macchine da presa è già in funzione, i telefonini vibranti di azione. Si sono fatte carine, una biondina detta Shirley Temple dai suoi vicini di Nabi Saleh, già con molta esperienza nel campo delle provocazioni ai soldati israeliani, famosa tanto da essere stata invitata in Sud Africa, e a cena, in Turchia, Tayyp Erdogan. Una ragazza più grande ha un manto lucente di capelli neri appena fatti e la kefia aggiustata con arte intorno al collo; seguono altre ragazzine tutte giovanissime, fragili, carine e dietro la madre della famiglia eroica, la famiglia Tamimi. È pronta al suo ruolo di matrona palestinese con la testa fasciata, infuriata dietro a figlie e nipoti. I Tamimi sono star degli scontri, specializzati in Intifada, distinti nell'attacco collettivo con telecamera, compresi i bambini sempre usati dai palestinesi, a un soldato trovato da solo e ridotto a terra fra botte e insulti. Lui non usò l'arma che pure aveva, è proibito dal codice di comportamento israeliano finché non è in pericolo la vita. La telecamera qui ha dettato legge fino al paradosso: le ragazze si sono fatte sotto, hanno cominciato a spintonare i soldati, a insultarli e a urlare, hanno persino tirato degli schiaffi cercando una di quelle risposte per cui i palestinesi poi mandano in giro sui social media, ripreso da Bbc e Cnn, un cattivissimo, orribile soldato che tira uno spintone a una ragazzina piccola piccola e bionda. Non è successo, i soldati si sono beccati parandosi appena la faccia con le mani tutti gli sputi e le spinte. Hanno fatto bene? Israele discute. È una vera rottura epistemologica nella storia del potere dell'immagine, la sua incoronazione. Il film è stato fatto circolare dai palestinesi per far vedere quanto sono tonti i soldati e quanto sia mal difeso il Paese, ovvero per creare confusione. Ha funzionato: ci sono state molte reazioni irate, molte invece compiaciute, la madre di uno dei ragazzi si è detta orgogliosa, i politici hanno reagito in maniera dolce-amara. Un Paese a rischio deve sapere gestire il dilemma della macchina da presa senza arrendersi. È possibile? Ahed Tamimi, la ragazzina protagonista, è stata arrestata con quattro giorni di ritardo. L'accusa è «sospetto di aver attaccato un ufficiale e un soldato», un reato per cui si può essere condannati fino a sette anni. Il padre della ragazza ha postato un video in cui si vede che l'arresto è stato accompagnato dal sequestro violento dei telefonini, macchine da presa, lapotop. Ma quelli glieli ricompra Erdogan.
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