Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Crisi idrica: Israele modello per tutto il mondo Come lo Stato ebraico insegna a affrontare i cambiamenti climatici
Testata: Informazione Corretta Data: 15 dicembre 2017 Pagina: 1 Autore: la redazione della Staffetta Quotidiana Titolo: «Crisi idrica, la lezione di Israele»
Riprendiamo dalla STAFFETTA QUOTIDIANA, l'articolo "Crisi idrica, la lezione di Israele".
Con una domanda idrica pari a circa 2,2 mld/mc, di cui appena 1,2 coperte da risorse naturali, Israele è tra i Paesi più avanzati al mondo in fatto di politiche idriche. In un tale contesto – spiega l'ambasciatore israeliano a Roma, Ofer Sachs, in un contributo per Formiche – è indispensabile una scrupolosa gestione dell'economia idrica basata su tre pilatri: efficienza e risparmio, riciclo, desalinizzazione. In Israele – spiega - “le reti di distribuzione sono costantemente monitorate per impedire perdite e garantire la qualità dell'acqua potabile. Tutti i bambini sono cresciuti sapendo che è un peccato sprecare anche una sola goccia e le norme edilizie impongono l'uso di strumenti per l'efficienza idrica domestica”. Il costo dell'acqua nel Paese infine, è tra i più alti al mondo. Tuttavia, proprio a causa della sua scarsità, Israele è all'avanguardia nello sviluppo e applicazione di tecnologie per l'efficienza idrica.
Nel tempo – prosegue Sachs – sono state sviluppate soluzioni come l'irrigazione ‘goccia a goccia' (anni ‘60) che non solo hanno ottimizzato il consumo per unità idrica, ma hanno anche abbattuto l'uso di fertilizzanti e pesticidi a tutto vantaggio della qualità dell'agricoltura. Israele ricicla (prevalentemente proprio in agricoltura) il 90% delle acque reflue da consumo domestico e industriale (un livello unico al mondo); ma, soprattutto, è all'avanguardia nelle tecnologie di desalinizzazione. Ad oggi i suoi 5 impianti producono circa 650 mc di acqua potabile l'anno, e se ne stanno costruendo altri. La rete – spiega ancora il diplomatico – ha una struttura ‘a spina di pesce', estesa su tutto il territorio nazionale, che convoglia da nord le acque delle fonti intorno al lago di Tiberiade, e da sud quelle provenienti dagli impianti costieri di desalinizzazione. Parallelamente, si sviluppano altre reti locali, con ampia elasticità operativa, per la redistribuzione dell'acqua riciclata. Nei prossimi anni – conclude Sachs – l'impatto dei cambiamenti climatici colpirà duramente anche in termini di estensione delle aree desertificate: cooperazione globale e tecnologie innovative sono i soli strumenti per affrontare le sfide del futuro. Israele è in prima linea.