Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
A Napoli invitata la terrorista Leila Khaled, nemica della pace Commento di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 24 novembre 2017 Pagina: 15 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Quella nemica della pace accolta da eroina e l’odio per Israele»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/11/2017, a pag. 15, con il titolo "Quella nemica della pace accolta da eroina e l’odio per Israele", il commento di Pierluigi Battista.
A destra:Leila Khaled con una foto delle sue prodezze giovanili
Pierluigi Battista
Che poi, perché accogliere con tanto entusiasmo una militante diventata famosa per aver dirottato aerei come arma letale di lotta politica per distruggere lo Stato di Israele, insomma una terrorista ancora convinta delle sue scelte? Perché, come ha fatto il sindaco di Napoli e come ha fatto il Parlamento europeo e altre istituzioni che saranno incontrate in un tour promozionale, celebrare le gesta di Leila Khaled, che nemmeno due mesi fa ha legittimato l’assassinio di tre cittadini israeliani come guerra santa contro l’odiato «sionismo»? Perché questo è il punto. Non tanto impedire l’ingresso in Italia di chi ha fatto del terrorismo e dell’appoggio alle organizzazioni palestinesi ancora oggi più estremiste il suo credo, perché comunque la libertà di parola e di circolazione non può mai essere messa in discussione. Ma accogliere al pari degli eroi una nemica dichiarata della pace e della convivenza tra israeliani e palestinesi, quale oscurità ideologica nasconde? L’odio per Israele abbraccia anche organizzazioni politiche e gruppi accademici che hanno eletto la democrazia israeliana a bersaglio di ogni invettiva, non molto lontana dagli stilemi del più vieto antisemitismo, e a un boicottaggio che non ha eguali in un mondo in cui pure spadroneggiano le più feroci dittature. Ma perché le istituzioni che sono di tutti i cittadini debbano sponsorizzare gruppi e personalità che teorizzano e praticano la guerra totale contro Israele, questo è davvero incomprensibile. O meglio, è comprensibile solo alla luce di una persistente, coriacea, inscalfibile sopravvivenza di pregiudizi culturali in cui nemmeno ci si accorge della presenza di veleni antiebraici camuffati da proclami antisionisti. Per cui è più che giustificata la preoccupazione delle comunità ebraiche, allarmate non dall’attacco a uno Stato come quello di Israele ma dai motivi ideologici e culturali che quell’attacco trascina inesorabilmente con sé. Ed è ingiustificabile invece l’accondiscendenza delle istituzioni, a cominciare dal governo di Napoli, nei confronti di figure come quella di Leila Khaled, terrorista non pentita, sostenitrice dei mezzi più violenti nella guerra contro Israele.
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