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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.11.2017 Guido Olimpio: era credibile, ora non lo è più
Guido Olimpio si schiera con Houti e Iran in Medio Oriente

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 novembre 2017
Pagina: 32
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Lo Yemen che muore nella morsa fatale di sauditi e iraniani»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/11/2017, a pag. 32, con il titolo "Lo Yemen che muore nella morsa fatale di sauditi e iraniani", il commento di Guido Olimpio.

Abbiamo spesso ripreso su IC cronache e commenti di Guido Olimpio, di solito corretti e non schierati. Il commento di oggi è invece un endorsement alla politica espansionistica dell'Iran e dei suoi alleati sciiti in Medio Oriente. Lo Yemen è un Paese ormai in preda alle bande di ribelli sciiti Houthi, appoggiati e finanziati da Teheran, che si conferma il principale motivo di instabilità dell'intera regione. Che sarà successo a Guido Olimpio?

Ecco l'articolo: 

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Guido Olimpio

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Il rischio di conflitto in Corea, la crisi siriana e altri focolai che provocano ondate migratorie. Molti fronti che rischiano di far dimenticare una guerra feroce, ogni giorno più grave: quella nello Yemen. I sauditi, impegnati nella lotta contro gli insorti sciiti Houti, hanno deciso di bloccare qualsiasi accesso al Paese. Mossa che potrebbe aver ripercussioni umanitarie devastanti in un Paese dove già c'è poco. Povertà, condizioni sanitarie, distruzioni, vittime di bombardamenti rappresentano un bilancio oneroso per una popolazione stremata.

 

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Un missile colpisce una città yemenita

A questa dimensione se ne aggiunge una seconda. Il principe ereditario saudita Mohammed, oltre a scatenare la grande epurazione interna con l'arresto di decine di personalità, ha rialzato i toni sul confronto dello Yemen. Ed ha rinnovato gli attacchi contro l'Iran, accusato di armare i ribelli fornendo loro missili terra-terra utilizzati contro target in Arabia Saudita: rappresenta una minaccia, ha detto facendo intendere quali siano le priorità. Una tesi condivisa anche dagli Stati Uniti che, ieri, hanno sottolineato le responsabilità di Teheran. I due partner parlano con una sola voce, paiono coordinare le posizioni in vista di nuove strategie di contenimento. Il punto è abbastanza chiaro. Sembra una storia remota, esistono dossier che premono di più, ma c'è la possibilità che il fronte yemenita si saldi ad altri. Washington, Gerusalemme e Riad (con il seguito degli alleati regionali) vedono le mosse iraniane come parte di un disegno ampio, temono la nascita di un corridoio che dalle sponde del Golfo possa arrivare, un giorno, fino al Mediterraneo. E lo immaginano aperto dalle milizie sciite sostenute dagli ayatollah, le stesse che agiscono da tempo in Siria e in Iraq. Ecco che le sofferenze yemenite diventano all'improvviso molto vicine e per questo è un errore non occuparsene.

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