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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Libero Rassegna Stampa
09.09.2017 Mein Kampf integrale e commentato
L'opinione di Gian Enrico Rusconi

Testata: Libero
Data: 09 settembre 2017
Pagina: 24
Autore: Al.Lo.
Titolo: «E lo storico Rusconi sdogana il Mein Kampf: 'devono leggerlo i non-populisti'»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/09/2017, a pag.24, con il titolo "E lo storico Rusconi sdogana il Mein Kampf: 'devono leggerlo i non-populisti' " di Al.Lo.

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La copertina                                         Gian Enrico Rusconi

«Oggi dovrebbero leggerlo anche e soprattutto i non populisti». Sull'onda del boom di vendite che lo scorso anno aveva portato a numerose ristampe la nuova edizione storico critica del Mein Kampf di Adolf Hitler, anche in Italia è stata pubblicata una versione aggiornata del testo scritto dall'ideatore del Reich nazista (Free Ebrei edizioni).
Se ne è discusso, in un appuntamento minore, al Festivaletteratura di Mantova, dove il politologo e filosofo Gian Enrico Rusconi ha parlato del libro, tentando di spiegare il perché di un successo reiterato quanto inaspettato. A partire dalle differenze tra Italia e Germania. «Lì l'apologia di nazismo non solo è proibita, ma è anche severamente monitorata e la tolleranza che in Italia si ha sul fascismo è impensabile», spiega Rusconi. «L'importanza di questo libro allora va contestualizzata, per esempio sottolineando che Hitler non scrisse nulla di innovativo e che non si trattava di un programma politico definito, anche perché l'unico accenno a qualcosa che sarebbe realmente accaduto riferibile all'invasione della Russia. Per il resto il razzismo, l'anticomunismo, l'antisemitismo sono temi già presenti nella società tedesca di quegli anni». L'aspetto interessante, e per questo Gian Enrico Rusconi suggerisce la lettura del Mein Kampf ai «non populisti», risiederebbe piuttosto in una lettura ragionata sui tragici fatti dei decenni successivi. «Ci sono questioni fondamentali da non sottovalutare», sostiene il professore. «Una espressione come nazional-socialista, che noi oggi abbreviamo banalmente in nazismo, aiuta a comprendere perché gli operai, più vicini al mondo comunista in quegli anni, si siano invece spostati a destra. O ancora l'utilizzo continuo della parola volk e dei suoi derivati, che non hanno certo a che fare con la musica, ma con un concetto di esclusività etnica: allora i nemici erano gli ebrei, oggi sono i migranti. E non è un caso che proprio volk sia l'unica parola recuperata dall' estrema destra tedesca dall'immaginario hideriano e da quel periodo storico, usata oggi come accusa alla Cancelliera Angela Merkel».
Insomma, che il Mein Kampf abbia segnato negativamente la storia del Novecento è evidente, ma proprio per questo, invece che messo al bando, andrebbe letto e approfondito, per capire quali fossero le basi ideologiche della distorta difesa di una identità culturale, sociale ed etnica chiamata nazional-socialismo. Anche se, si chiede Rusconi, «vorrei capire chi siano realmente questi nuovi milioni di lettori del Mein Kampf, veri o presunti che siano».

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