Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Censura cinese in GB: La Cambridge U.P. ci ripensa Cronaca di Marco Del Corona
Testata: Corriere della Sera Data: 23 agosto 2017 Pagina: 41 Autore: Marco Del Corona Titolo: «Cambridge ci ha ripensato: di nuovo sul webgli articoli che la Cina voleva censurati»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/08/2017, a pag.41, con il titolo "Cambridge ci ha ripensato: di nuovo sul webgli articoli che la Cina voleva censurati" la cronaca di Marco Del Corona.
Marco Del Corona
Contrordine. La Cambridge University Press (Cup) è tornata sulla decisione di accogliere l’invito delle autorità cinesi perché il sito web in Cina del «China Quarterly Journal» ritirasse 315 articoli di argomento «sensibile». La casa editrice, infatti, aveva deciso di non rendere disponibili sul web i testi come «misura temporanea» in attesa di discutere la materia a Pechino. Un comunicato di 15 righe della casa editrice informa della nuova linea, in nome «della libertà accademica su cui si basa il lavoro dell’università». Dunque, avanti con gli articoli che dispiacciono al governo cinese, a causa di temi intorno ai quali il dibattito pubblico è bandito: gli aspetti controversi della Rivoluzione culturale (argomento lecito solo finché non viene messo in discussione il ruolo del Partito comunista), la Tienanmen (1989), il Tibet e le minoranze etniche. La censura in un primo momento accettata dalla Cup aveva provocato una petizione di condanna da parte di sinologi di tutto il mondo, mentre il «Global Times» — quotidiano edito dal gruppo del «Quotidiano del popolo» — invitava chi non fosse contento della «via cinese» a lasciare il Paese. Lunedì, peraltro, a un’altra rivista che fa capo alla Cup, il «Journal of Asian Studies», era giuna da Pechino la richiesta di bloccare in Cina un centinaio di articoli «sensibili».
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