Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Edulcorazione del terrorismo e pacifismo totalitario Commento di Rav Giuseppe Laras
Testata: La Nazione Data: 21 agosto 2017 Pagina: 2 Autore: Giuseppe Laras Titolo: «Gli ebrei non scappano»
Riprendiamo dalla NAZIONE di oggi, 21/08/2017, a pag.2, con il titolo " Gli ebrei non scappano ", il commento di Rav Giuseppe Laras, presidente del tribunale rabbinico del Centro-Nord Italia.
Rav Giusewppe Laras
La sortita del rabbino di Barcellona sull'Europa perduta e l'appello agli ebrei a rientrare in Israele - irrita. Mentirei se non ammettessi che nelle assemblee rabbiniche si tratta di adagio noto. Pur in parte convenendo, so che molti ebrei resteranno in Europa. Non solo: l'ebraismo è consustanziale alla cultura europea, con legami di amicizia, responsabilità e solidarietà verso i nostri concittadini, per cui la nostra permanenza in Europa, intesa come resistenza, ha valore. Quanto in corso costituisce l'inizio di un'era per cui nulla sarà come prima. Negarlo o annacquarlo non evita i morti: sostenere, poi, che certe derive della politica e della cultura («edulcorazione del terrorismo» e «pacifismo totalitario») ne conterrebbero il numero è un misto di viltà e cinismo, che non imbonirà a lungo. Difficile accogliere altri. In Europa i musulmani superano i 20 milioni, con ampio fallimento delle forme di integrazione: è solo un problema esogeno o anche, in misura non trascurabile, endogeno? Si aggiunga che le nostre democrazie sono sempre più demagogiche, in crisi sistemica. L'assunzione realistica della variabile demografica circa la presenza islamica è dunque fondamentale per il futuro dell'Europa. Occorre cautelarsi dall'imperante farsa dei tre monoteismi come «religioni di pace», peraltro in primis intesa come pace politica. Né i testi sacri né la storia depongono a loro favore, e inquieti spettri albergano nel loro dna. Una comprensione innocente delle religioni è falsa e pericolosa. La melassa, svicolante dal reale per una composizione emozionale dei conflittii sotto lo stendardo dell'incontro, deve invitare affffadenza. Tutto ciò non esclude il dialogo. Ma salvare il futuro, percorso non garantito, significa impegnarsi per concreti margini di sicurezza e stabilità a lungo corso.
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