Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
La differenza tra informazione e complicità: il caso 'Le Monde' 14/08/2017
La differenza tra informazione e complicità: il caso 'Le Monde' Commento di Angelo Pezzana
Sarà il caso di rileggere le fiabe di La Fontaine e di Esopo per riuscire a capire come riescono a capovolgere i fatti i cosiddetti “grandi giornali internazionali”, quelli che i nostri, inguaribilmente ancora troppo provinciali, non ce la fanno a non prenderli ad esempio. Tanto per non fare nomi,Le Monde, il grande, unico, insuperabile giornale del pomeriggio che esce con la data del giorno dopo. Ha una buona distribuzione, lo trovi in tutto il mondo, ma non basta la diffusione a garantirne la serietà. Un dubbio/certezza ci era già venuto quando affidò alManifestol’edizione italiana del proprio settimanaleMonde Diplomatique, il giornale dei ricchi borghesi francesi cosmopoliti del business is business che si apparentano con l’ultimo quotidiano che reca ancora accanto alla testata la scritta ‘quotidiano comunista’. Curioso, no?
Le Mondemette sullo stesso piano (o peggio) Donald Trump e il dittatore coreano Kim Jong un
Ma vediamo come il serissimo Le Monde racconta la vicenda Pyongyang/Washington. Venerdì 11 agosto, riportava con evidenza la dichiarazione del comandante delle forze nord-coreane, generale Rak-Gyom “Un dialogo non è possibile con uno che ha perso la ragione”, riferendosi non al proprio capo supremo ma a Trump, scrivendo che “Trump vuole colpire con fuoco e fiamme la Corea del Nord”, aggiungendo che Pyongyang aveva soltanto detto che era allo studio un attacco preventivo sull’isola americana di Guam. Che doveva dire il presidente americano, che sarebbe stato lì ad aspettare che l’attacco missilistico avesse luogo? Il giorno dopo,sabato 12, in piena prima pagina, titola “ Corea del Nord: Trump fa salire la tensione”, spiegando come ‘il presidente americano minaccia di nuovo il suo omologo nordcoreano”. Non è Kim Jong-un a minacciare una guerra nucleare, non solo contro gli Usa, ma anche contro la Corea del Sud e Giappone, no, è Trump, dai ‘propositi virulenti’ a mettere a rischio la pace mondiale. Il massimo arriva domenica 13. Sotto un titolo in prima a piena pagina “ Corea, Venezuela: Trump preoccupa il pianeta”, l’aggiunta del Venezuela è dovuta alla sua affermazione che potrà essere possibile un ‘intervento militare’ a sostegno dell’opposizione contro il tiranno Maduro, che è riconosciuto in quasi tutto il mondo civile per quello che è, un dittatore sanguinario, ma perLe Mondepare sufficiente una delibera dell’Onu, quella sì spaventerà Maduro.
Torniamo al ‘cattivo’ Trump. “Donald Trump ostinato contro Kim Jong-un, se lancerà un missile sull’isola di Guam lo rimpiangerà”, che ci pare un avvertimento chiaro più che una minaccia. “Una retorica contro-produttiva” è l’editoriale delMonde, che avrebbe preferito alla Casa Bianca uno come Obama, che a Ginevra aveva dato il via all’Iran per arrivare all’arma nucleare, oppure andava bene anche uno come Clinton, che non si era accorto – malgrado i segnali più che evidenti – che Bin Laden faceva le prove per l’attacco alle Torri Gemelle, ma visto che il primo tentativo non era riuscito, mica si poteva indagarlo per qualcosa che non aveva ancora commesso. “ Con me l’aria è cambiata”, ha detto Trump, adesso i criminali, che oltre a tutto si vantano dei crimini che stanno progettando, vanno fermati prima che riescano a mettere in atto i loro piani. Certo che il mondo è preoccupato, ma non per i motivi richiamati daLe Monde, ma perché teme una politica del mondo occidentale che rifiuta di prendere atto dei pericoli che vengono non dagli Usa, ma da quegli stati che, indisturbati, si stanno preparando a una guerra nucleare contro il mondo libero, complici i giornali comeLe Monde. Ci vorrebbe un “Tribunale Russell/La Fontaine” per rendere evidente la realtà che ci viene nascosta. E dei mezzi d’informazione responsabili.