Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Qatar, scade l'ultimatum. Erdogan sempre più vicino a Doha e Teheran Cronaca di Viviana Mazza
Testata: Corriere della Sera Data: 06 luglio 2017 Pagina: 14 Autore: Viviana Mazza Titolo: «Qatar, ultimatum scaduto. È scontro La Turchia: non chiuderemo la base»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/07/2017, a pag. 14, con il titolo "Qatar, ultimatum scaduto. È scontro La Turchia: non chiuderemo la base ", la cronaca di Viviana Mazza.
Viviana Mazza
Scaduto l'ultimatum, nessun compromesso è stato raggiunto tra il Qatar e i suoi vicini. "Il boicottaggio continuerà fino a quando Doha non cambierà politica", ha annunciato dal Cairo il ministro degli Esteri saudita Adel al Jubeir, dopo l'incontro con gli altri 3 Paesi (Emirati, Bahrein, Egitto) che dal 5 giugno hanno isolato l'emirato accusandolo di appoggiare il terrorismo e fraternizzare con l'Iran. Le nuove sanzioni saranno decise in un prossimo incontro in Bahrein: potrebbero arrivare al «congelamento» della partecipazione del Qatar al Consiglio per la Cooperazione del Golfo. La risposta dell'emiro di Doha, sotto forma di lettera, alle 13 «richieste per la riconciliazione» dei 4 Paesi è stata giudicata dunque «poco seria»: «Dimostra l'incapacità di capire la gravità della situazione».
Secondo fonti egiziane non ufficiali, la lettera difendeva la sovranità del Qatar. Suggeriva per esempio che, se i Paesi del Golfo vogliono rompere tutti i rapporti con Teheran, dovrebbero prendere una decisione collettiva (di fatto l'Oman ha contatti ancor più stretti con l'Iran). Sempre più centrale è anche il ruolo della Turchia. Il saudita Al Jubeir auspica che Ankara «continui ad essere neutrale», ma di fatto il presidente turco Erdogan in un'intervista a Die Zeit ha ribadito ieri che appoggerà Doha «in ogni modo». Quanto alla base turca in Qatar (che sauditi e alleati vogliono sia chiusa), Erdogan ricorda che gli Usa hanno 9 mila truppe nel Paese. «Perché ai sauditi diamo fastidio noi, e gli americani no? Inaccettabile».
L'emirato isolato allaccia le cinture per una crisi prolungata. L'altro ieri ha annunciato che intende aumentare del 30% la produzione di gas naturale liquefatto, grazie allo sviluppo di un giacimento che condivide con l'Iran (ciò peraltro abbasserà i prezzi danneggiando i produttori Usa). L'agenzia di rating Moody's ha cambiato però in «negativo» il giudizio sull'economia di Doha osservando che «una soluzione rapida della crisi appare improbabile». E ora l'Onu manda un mediatore nel Golfo.
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